“Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani conferma che la rimozione del relitto Berkan B al Porto di Ravenna potrà attuarsi” afferma Italia Nostra sezione di Ravenna.
“Non possiamo dunque che esprimere grande soddisfazione ed un sentito ringraziamento al Vice Capo Gabinetto Nicolò De Salvo, al Direttore Generale per il Mare e Coste (MAC) Carlo Zaghi ed al Capo del Reparto Ambientale Marino – Guardia Costiera (RAM) Ammiraglio Aurelio Caligiore che hanno accolto ed ascoltato con attenzione una delegazione di cittadini al MiTE il 13 maggio. Dopo pochi giorni, a seguito di una riunione alla loro presenza in cui è stato convocato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna Rossi, il Ministro ha potuto annunciare soddisfazione per la rimozione, che si auspica imminente” prosegue Italia Nostra.
“Dunque, la scandalosa vicenda durata quasi quattro anni pare aver finalmente termine, ma la preoccupazione dei cittadini non può ancora placarsi. Innanzitutto, sembrerebbe evidente che senza le due denunce depositate per il disastro Berkan B oltre due anni fa, nulla si sarebbe mosso, e la conferma arriverebbe da due fatti evidenti: ad ottobre dovrebbe concludersi l’udienza preliminare del procedimento penale per inquinamento ambientale scaturito da queste, e pare non vi siano dubbi che la posizione degli indagati (presidente e segretario dell’AdSP) sarà ancor più grave se il relitto, ad oltre due anni dall’affondamento e con un bando di gara per la rimozione finito al TAR, resterà sui fondali del porto. Il secondo punto è che sull’altra grave emergenza ambientale e sanitaria, ovvero su quella che senza molti dubbi potrebbe definirsi un’enorme discarica di rifiuti tossici e pericolosi, presso cui bande organizzate raccolgono molluschi destinati al commercio, ovvero il “cimitero delle navi”, nulla è concretamente in programma” dichiara Italia Nostra.
“Tutto questo nonostante lo stanziamento di fondi annunciato in Legge di Bilancio ai tempi del temporaneo stop – grazie sopratutto al Senatore Gregorio de Falco – in Commissione trasporti al Senato, della riconferma della presidenza di AdSP. Su questa vicenda al momento non esistono denunce e procedimenti penali: è questo il motivo per cui nessun impegno concreto in tempi brevi è stato annunciato? Eppure, un filmato recentissimo mostra le murate delle tre “caravelle” sfondate in più punti, con le lamiere in ferro verniciato in disfacimento e le navi completamente affondate ed invase dalle acque. Chissà quanti inquinanti (acque di sentina, idrocarburi, olii, metalli pesanti, ecc.) sono andati dispersi nella Pialassa Piomboni e nel Porto durante i tredici anni di abbandono di questi giganteschi “rifiuti”, e magari finiti anche nei nostri piatti attraverso i molluschi di frodo o il pescato in Pialassa” continua Italia Nostra.
“Infine, ci si chiede come sia stato possibile dirottare fondi destinati all’escavo del Candiano, che attende dal 2007, per destinarli invece alla rimozione del relitto Berkan B, dopo aver fatto trascorrere oltre tre anni dal collasso della motonave, lasciata impunemente affondare senza effettuare alcun genere di bonifica del carburante, la cui presenza a bordo era nota” afferma Italia Nostra.
“Tante domande, a cui cercheremo di dare risposta, ed una preoccupazione che continua: i cittadini non si arrenderanno finché la bonifica – almeno parziale visti i danni presumibilmente permanenti ormai causati alle acque del Porto ed agli ecosistemi della Pialassa – non sarà terminata” conclude Italia Nostra sezione di Ravenna.