“Rileggiamo le parole di Leonardo Senni del WWF, in una lettera al Sindaco de Pascale nel 2016: “Oggi sono in crescendo le pressioni per usare anche quei pochi chilometri di spiaggia, per un uso balneare elitario che proprio per la pratica del nudismo ‘anela’ ad occupare i luoghi ‘liberi e vuoti’; e si teme che le ragioni di questi praticanti possano fare breccia nei vincoli che ancora reggono questi arenili salvati nel recente passato dalla speculazione edilizia e dall’abusivismo delle baracche. Sembra poi amara ironia che la natura possa essere aggredita da persone che si definiscono “naturisti”. Poche cose possono interessarci meno di come la gente vada vestita, o spogliata, ma unicamente ci preme che mode di ‘costume’ non siano grimaldelli per privare l’intera comunità di una eredità unica e, se estinta, non più riproducibile” afferma Italia Nostra sezione di Ravenna, insieme a WWF Ravenna.
“Niente di più attuale visto che leggiamo nelle cronache degli ultimi giorni che a Lido di Dante la situazione in queste settimane è divenuta insostenibile, per gli atti osceni e gli svariati atti contrari alla pubblica decenza denunciati dai cittadini proprio in quella porzione di Riserva. Quella che doveva essere l’ordinanza risolutiva si è rivelata, invece, il nulla osta del Comune di Ravenna, che ha disposto liberamente di un Bene Statale ignorando la situazione reale, nota da anni. È pensabile di poter concentrare uomini e mezzi a controllare turisti che possono usufruire liberamente e senza regole di una preziosissima Riserva Naturale ma che, evidentemente, sono interessati a tutt’altro? In questo modo finalizziamo un bene collettivo come una Riserva Naturale ad un uso esclusivo (e peraltro del tutto incongruo), visto che, a causa di quanto sta succedendo, per molti l’accesso non è di fatto più consentito. Purtroppo non possiamo che confermare quanto segnalato. Siamo stati spettatori involontari di alcuni “atti osceni” durante i presidi informativi a cui eravamo presenti, organizzati per sensibilizzare i cittadini sul valore di una delle Riserve più preziose d’Italia. Il tutto pochi giorni dopo le ormai note sanzioni di 20 mila euro e l’annunciato “giro di vite”. Il Comune di Ravenna, anziché conoscere la Riserva, rispettarla, difenderla dagli assalti speculativi e promuoverla, sottrae uomini e mezzi ad altre attività, facendosi complice di una Lido di Dante ormai conosciuta ovunque solamente come il luogo della trasgressione” concludono l’Associazione WWF Ravenna e Italia Nostra sezione di Ravenna.