Un test di allarme per la popolazione in caso di incidente in un’azienda soggetta alla direttiva Seveso. È la sperimentazione in programma in Emilia-Romagna, mercoledì 24 gennaio a partire dalle ore 12 quando ancora una volta IT-Alert, il sistema di allarme pubblico nazionale, si attiverà su un’area di due chilometri di raggio attorno alla ditta Scam Spa, con sede in strada Bellaria, nel comune di Modena.
Il messaggio di test arriverà sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno nelle zone target o che transiteranno nell’area stessa nell’arco di un’ora, il tempo in cui resterà “in aria” il messaggio.
Dopo il test generale che si è tenuto a luglio in tutta l’Emilia-Romagna e quello di fine dicembre scorso in provincia di Rimini per la simulazione del collasso della diga del Conca, questa terza sperimentazione ha il doppio obiettivo di rendere il sistema più familiare ai cittadini e testare la funzionalità su porzioni ridotte e circoscritte di territorio. L’area test riguarderà infatti un comune capoluogo, con oltre 20mila cittadini residenti che si stima saranno coinvolti cui si aggiungeranno quelli presenti o in transito all’interno dell’area. Nell’area test sono presenti scuole, aree di elevato affollamento, aree commerciali e produttive, l’autostrada A1. Per motivi legati alla tecnologia cell-broadcast utilizzata, anche le aree prossime all’area test e i centri limitrofi – Formigine, Castelnuovo Rangone, Spilamberto, San Cesario sul Panaro, Castelfranco Emilia – potrebbero comunque ricevere la notifica.
Il test sarà coordinato dal Dipartimento nazionale della protezione civile in stretto raccordo con la Prefettura di Modena, l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e il Comune di Modena. Sarà organizzato e attivo un punto di coordinamento avanzato nell’area test in collegamento tra il Dipartimento e il Centro Unificato di Protezione Civile di Marzaglia. Circa 100 i volontari di protezione civile coinvolti per attività di presidio e supporto durante tutta la fase di test.
Come funziona
Ogni dispositivo mobile connesso alle reti degli operatori di telefonia può ricevere un messaggio “IT-Alert”. Non è necessario iscriversi né scaricare nessuna applicazione: il servizio è anonimo e gratuito per gli utenti. I messaggi IT-Alert possono essere inviati a un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, delimitando il più possibile la zona interessata dall’emergenza. È possibile che il messaggio indirizzato a un’area raggiunga anche utenti fuori dell’area stessa oppure in aree senza copertura può capitare che il messaggio non venga recapitato. La capacità di ricevere i messaggi dipenderà anche dal dispositivo e dalla versione del sistema operativo installata sul cellulare: i test serviranno a verificare tutte le eventuali criticità per ottimizzare il sistema.
Sul sito IT-alert – https://www.it-alert.it/it/ – sarà presente anche il link al questionario che tutti coloro che si troveranno nei territori coinvolti saranno invitati a compilare per contribuire a implementare il sistema.
La sperimentazione su scala nazionale a gennaio 2024
La sperimentazione del sistema IT-alert, promossa dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, si è focalizzata tra il 22 e il 26 gennaio 2024, su scenari di rischio specifici e su porzioni ridotte e circoscritte di territorio. Verranno effettuati i test di invio del messaggio in territori di dodici regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle D’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano. Gli scenari di rischio saranno tre: collasso di una grande diga; incidente rilevante in stabilimenti industriali soggetti alla Direttiva Seveso (oltre a Emilia-Romagna, anche Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Toscana); incidente nucleare.
Il sistema nazionale di allarme pubblico IT-Alert è disciplinato da una Direttiva e da specifiche indicazioni operative che ne definiscono e circoscrivono le modalità di funzionamento e impiego. Una volta terminata la fase di sperimentazione, potrà essere usato per diramare ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili solo in caso di alcune specifiche tipologie di emergenza: maremoto generato da sisma; collasso di una grande diga; attività vulcanica; incidenti nucleari o emergenze radiologiche; incidenti a stabilimenti soggetti alla “direttiva Seveso”; precipitazioni intense.