Scrivono da via Venezia a Lista per Ravenna: “Abbiamo un grosso problema con i piccioni che hanno colonizzato l’area ex Amga. Vanno nelle grondaie e nei balconi facendo danni con il guano e sporcando ovunque. Siamo letteralmente invasi. È necessario fare un intervento di bonifica perché sono animali che portano anche malattie. Il nostro problema è che i piccioni vanno sul tetto nelle grondaie, dove non si arriva e non si può pulire. Sui balconi alcuni hanno messo quegli aghi che servono per impedire che si appoggino. Se guarda il condominio che fa angolo in via di Roma dove c’è la farmacia Dradi, nei balconi hanno messo dei palloni, dei nastri colorati, ecc., per non farli appoggiare. Sporcano tantissimo e rovinano tutto. Pensi che sporcizia in pieno centro storico. Succede solo a Ravenna. Una boscaglia incolta e piena di animali. Degrado allo stato puro”.
PICCIONI, RATTI E ZANZARE
- Vent’anni abbandonati a se stessi, senza alcuna cura né manutenzione, con aperture alle finestre, gli edifici ex AMGA hanno inevitabilmente rappresentato una dimora ideale perché i piccioni vi installassero una colonia, invadendo lì intorno col loro guano una vasta area edificata del centro storico. I danni non coinvolgono solo edifici, balconi o monumenti imbrattati e rovinati coi loro escrementi, ma anche le persone, perché i loro escrementi contengono agenti infettivi, come funghi, batteri o virus, che quando si seccano si espandono nell’aria sotto forma di polvere. Entrano così nelle case, nelle scuole o nei ristoranti a contatto con prodotti alimentari, o direttamente nei corpi umani. Inoltre, portano attaccati alle loro piume acari, pulci o zecche, che infestano soprattutto le zone dove sono presenti i nidi, come i sottotetti e i balconi. Sono state calcolate in circa 60 le malattie che i piccioni possono trasmettere all’uomo, coinvolgendo i sistemi respiratorio o nervoso o immunitario o gastroenterico.
- La Regione Emilia-Romagna ha adottato e finanziato, a norma della legge nazionale n. 157 del 1992, un piano di controllo del colombo o piccione di-città per il quinquennio 2018-2022, che interessa “anche siti inclusi in ambiti urbani quali quelli industriali e/o artigianali anche dismessi o depositi di materiali industriali, dove sia accertato un nocumento di natura igienico-sanitaria e/o economico ascrivibile alla concentrazione dei volatili”, come sicuramente è la zona ex AMGA in questione. In ossequio al piano stesso, “la limitazione dei danni arrecati dal colombo di città nei contesti urbani è in capo alle competenti Amministrazioni comunali”. L’attuazione del piano richiede nell’ordine la realizzazione di monitoraggi standardizzati, l’applicazione di metodi ecologici volti a ridurre le risorse alimentari e i siti di nidificazione dei piccioni, l’installazione alle finestre di reti di maglia e materiale adeguati o di filamenti multi aghi sui davanzali onde impedire la posa dei volatili, la somministrazione ai piccioni di farmaci sterilizzanti, ecc., affiancati da azioni incruente di cattura con esca alimentare.
- Il Comune di Ravenna ha affidato, da luglio 2012 a giugno 2027, ogni servizio di disinfestazione, alla società Azimut di Ravenna, che possiede al 60%. Stupisce pertanto che a tutt’oggi non l’abbia incaricata di intervenire per disinfestare l’area urbana in questione dai piccioni. L’incarico andrebbe esteso alla disinfestazione dai ratti, che sono proliferati a dismisura in questi luoghi, in conseguenza del ventennale degrado dell’ex AMGA. Altrettanto per le zanzare ed altri insetti, che trovano fertilità altissima di riproduzione ed espansione negli spazi in cui si accumula l’acqua in assenza di qualsiasi manutenzione. La violazione di una serie di norme imposte da regolamenti comunali e ordinanze del sindaco in ragione dei suddetti poliformi stati di degrado, richiederebbe l’intervento della Polizia locale.
Azimut e Polizia locale di Ravenna sono dunque messe in copia, insieme al servizio comunale per l’ Ambiente, nella presente istanza, indirizzata al sindaco di Ravenna ai sensi degli artt. 1 e 2 della legge 241 del 1990 e 328 del codice penale, affinché provveda ad attivare opportunamente, ai fini di quanto sopra esposto, in primis per la tutela della salute pubblica, le proprie competenze e responsabilità.