Nel tardo pomeriggio di martedì 23 aprile si sono riuniti presso il PRIME Center di Cesena, per l’assemblea annuale,i soci delle due anime dell’Istituto Oncologico Romagnolo: la Cooperativa Sociale fondata dal prof. Dino Amadori nel 1979 per sostenere la lotta contro il cancro sul nostro territorio da un punto di vista scientifico ed assistenziale, el’Associazione Volontari e Amici dello IOR, nata nel 1993 per la gestione di tutto ciò che attiene invece alle attività di quel “popolo” che negli anni ha donato in maniera del tutto gratuita ed altruistica ciò che di più prezioso ciascuno di noi possiede, il tempo. Un’assemblea che quest’anno ha avuto una doppia valenza: oltre a rappresentare la tradizionale occasione per tirare le somme dello stato di salute dell’organizzazione no-profit, con uno sguardo sul futuro più prossimo, è servita a rinnovare formalmente le cariche del Consiglio d’Amministrazione della Cooperativa. Tante le conferme, a partire dai vertici: dal Presidente eletto nel 2021, Luca Panzavolta, anche Amministratore Delegato di CIA-Conad, al suo vice, quel Domenico Scarpellini che ha ereditato proprio dal prof. Amadori il ruolo di “decano”, di memoria storica e di custode dello spirito che ha animato lo IOR dal 1979 ad oggi.
«Siamo abituati a parlare di IOR in senso lato, a prescindere dalla sua formale “divisione” tra Cooperativa Sociale e Associazione, perché entrambe queste realtà sono rivolte ad un solo ed unico obiettivo: raccogliere fondi a sostegno della ricerca oncologica, della cura del cancro e dell’assistenza ai pazienti e alle loro famiglie – ha spiegato ilconfermato Presidente IOR, Luca Panzavolta – in questa serata, che chiude il mandato triennale del Consiglio d’Amministrazione della Cooperativa, mi permetto di fare alcune considerazioni.Quando partimmo tre anni fa eravamo ancora in piena pandemia: una fase notevolmente complicata della vita di un’organizzazione che fa della vicinanza al malato un punto d’onore e della presenza concreta in ogni piccolo comune della Romagna un orgoglio e vanto. Le numerose attività di volontariato, di assistenza, di raccolta fondi si erano dovute giocoforza fermare. L’obiettivo era dunque quello di ristabilire non solo la quotidianità di queste attività, ma anche riallacciare quelle connessioni e quei rapporti umani che il distanziamento sociale rischiava di sfilacciare. Credo che la missione sia riuscita: i numeri dimostrano ampiamente che l’Istituto Oncologico Romagnolo è una realtà che non è stata abbandonata e che ha saputo superare di slancio quella fase, in certi casi trovando uno spunto per reinventarsi e riproporsi in maniera rinnovata, sempre mantenendo forti le proprie radici. Seguendo gli insegnamenti e le indicazioni che ci ha lasciato il nostro fondatore, prof. Dino Amadori, abbiamo fatto tante cose a dimostrazione che, quando le Associazioni sono costituite con un fondamento vero e fatte di persone che vogliono portare avanti quella volontà, sopravvivono anche a queste situazioni».
Oltre ai vertici sono stati confermati, nella figura di Consiglieri, Barbara Burioli per l’area di Cesena; Maria Grazia Silvestrini per quel che concerne Forlì; Amalia Maggioli su Rimini; Rita Leardini per Riccione; Guerrina Antonelli per Cattolica; e il dott. Fabio Falcini, Direttore del Dipartimento Oncoematologico dell’AUSL Romagna e Responsabile del Registro Tumori, come Delegato alle Valutazioni Scientifiche, per individuare quelli che sono gli studi più promettenti e meritevoli d’essere sostenuti tramite l’attività di raccolta fondi. Sei i nuovi ingressi nella “famiglia IOR”: Lucia Vera Caroli per l’area di Ravenna; Giulio Casalboni su Rimini; Gilberto Coffari per Cervia; Raffaele Gordini a Lugo; Beatrice Lamio su Forlì; e Celso Reali per quel che concerne Faenza.
Il nuovo Consiglio d’Amministrazione entra così formalmente nella fase operativa, guidando l’Istituto Oncologico Romagnolo per il triennio 2024-2027. Un triennio che, nelle parole del Direttore Generale Fabrizio Miserocchi, «dovrà confermare quanto di buono svolto finora e, laddove possibile, alzare ulteriormente l’asticella. Lo IOR ha saputo regge l’urto diun 2020 orribile a cui, allo scoppio della pandemia che ha praticamente azzerato l’attività di raccolta fondi e assistenziale in presenza, si è aggiuntala scomparsa del padre fondatore, il prof. Amadori, guida non solo scientifica ma morale. Nel successivo triennio la raccolta ha raggiunto risultati per certi versi straordinari, quasi imprevedibili,superando sia nel 2022 che nel 2023 i 6 milioni di euro, cosa mai successa nella sua quarantennale storia. I risultati sono frutto di un grande lavoro di squadra, ma mi piacerebbe in quest’occasione citare soprattutto due persone e due amici:Domenico Scarpellini, che ha traghettato la nostra organizzazione nel periodo più complicato della sua storia recente, eLuca Panzavolta, che nonostante i numerosi impegni professionali ha assunto il ruolo di Presidente in maniera molto seria e impegnata. Grazie a questi risultati possiamo continuare a fare quello che lo IOR sa fare meglio: restituire i contributi e la fiducia che il territorio gli affida affinché la Romagna continui ad essere riconosciuta comeun’area d’eccellenza a livello nazionale ed europeo per tassi di sopravvivenza, efficienza sanitaria ed umanità della presa in carico del paziente oncologico».