Ho assistito in queste settimane con grande attenzione ai provvedimenti ed alle posizioni inerenti alla zona di Via Donatini ed all’area parcheggio della scuola primaria Don Milani.
Premetto che la mobilità sostenibile deve essere un obiettivo voluto e perseguito da ogni amministrazione pubblica, ed essere vista come una opportunità per il cittadino.
Entrando nel merito, e parlando quindi della chiusura di Via Donatini, voglio ricordare che qualche anno fa, quando fui interpellato dai residenti della strada, portai la cosa in consiglio comunale, ed in accordo con l’amministrazione, la via fu chiusa per un periodo di prova, con l’ausilio di un agente della municipale.
L’esperimento, allora giudicato sterile dalla giunta, fu eliminato in breve tempo. Ora, la stessa compagine politica ripropone oggi la medesima misura anzitempo rigettata.
A parte la singolare retro marcia, il provvedimento di chiudere la via mi vede di fondo favorevole. Chi risiede in quella strada è davvero penalizzato. Ma il provvedimento non deve essere impattante, e non altre sì ricadere sulle spalle delle famiglie che sono solo colpevoli di avere figli che frequentano luoghi di istruzione inseriti in impianti di urbanizzazione alquanto infelici e poco lungimiranti.
A mio avviso ritengo sarebbe necessario sacrificare il verde pubblico all’ingresso della strada, e creare fin da subito un’area di manovra e di sosta adeguata, affinché possa essere pronta ed agibile per il prossimo anno scolastico. Avviati questi lavori, si tratterebbe solo di gestire l’emergenza dell’anno scolastico in corso. Sarebbe molto più semplice e più sicuro, anziché chiudere con una sbarra come oggi accade, Via Donatini, fare presidiare l’ingresso della via da un vigile che a secondo delle situazioni potrebbe al meglio gestire il flusso veicolare.
Anche per quanto riguarda l’altro versante, cioè il parcheggio situato all’ingresso della Don Milani, ci sono diverse critiche, che riguardano le macchine parcheggiate sui marciapiedi negli orari di ingresso ed uscita dei bimbi da scuola. Anche a tal proposito è evidente che si debba pensare di intaccare il verde pubblico, perché il parcheggio ad imbuto, ed i pochi posti, non regalano molte alternative.
Io stesso ammetto di aver parcheggiato, talvolta, sul marciapiede. La prima critica che mi si potrebbe rivolgere, sarebbe quella di consigliarmi di partire qualche minuto prima.
Facciamo allora alcune considerazioni tecniche e sociali. La ciclabile creata di recente in Via Canal Grande, avendo ristretto l’arteria, non consente un deflusso ed un afflusso del traffico come avveniva prima. Inoltre, il parcheggio ad anello, con diramazione cieca laterale, crea ingorghi e rallentamenti.
In questa situazione così caotica dobbiamo ringraziare iniziative come il piedibus, e tutti i genitori che nonostante il freddo, portano i figli a piedi ed in bici, eliminando di fatto tante auto.
In questa analisi, tuttavia, occorere anche considerare alcuni aspetti sociali. Famiglie che cambiano residenza, per motivi di lavoro o personali, e tante coppie che, a seguito della loro separazione, creano due nuclei che possono essere distanti tra loro e dalla scuola. Tanti, quindi, che prima abitavano vicino alla scuola, spesso si muovono partendo dall’altra parte di Faenza se non che addirittura da città diverse. Difficile per questi calcolare i cinque minuti di anticipo che citavo ad esempio, nonostante tutta la loro buona volontà.
E comunque, quand’anche questi genitori arrivassero prima, e anche laddove come dicevo piedibus risolva tanti problemi, chi sciaguratamente arriva dopo, non ha il posto auto. Perché il posto auto non c’è. Punto. Il bambino resta da accompagnare a scuola. Ci sono allora tre opzioni, occupare i pochi posti per disabili, (e fortunatamente questo non si verifica), ostruire i parcheggi e le rimesse private delle abitazioni adiacenti (e questo ahimè succede eccome), oppure non creare disagi a nessuno e rischiare la multa per aver parcheggiato sul marciapiede, che peraltro è abbastanza largo da consentire comunque il transito pedonale.
A Faenza ci sono molti problemi legati all’ambiente. Dispiace vedere che una scuola, ed una amministrazione, siano presi in scacco da rimostranze in origine condivisibili. Le critiche mosse sono corrette, ma mancano di un vero contatto con la realtà. Una realtà che come dimostrato non tiene conto delle modifiche fatte ultimamente alla viabilità e nemmeno dei vari fenomeni sociali.
Il fatto che poi che chi propone abbia i figli nella scuola oggetto delle critiche, oltre che creare un ambiguo conflitto di interessi, fa pensare ad una modalità simile a quella di un ariete, che tende a voler piegare alle proprie visioni la quotidianità di centinaia di famiglie e decine di insegnanti.
Se tanto impegno fosse concentrato su tutta la città con più mediazione, credo che tutti noi potremmo giovare di una persona con una sensibilità così spiccata.
Purtroppo ad oggi siamo solo di fronte al teatro del paradosso.
Mi auguro per il bene dei bambini e delle famiglie che i provvedimenti da me suggeriti possano rappresentare un utile spunto per l’amministrazione, che invito a ragionare con il cuore che guarda al verde, ma che sa mediare questo con il buon senso, un buon senso che deve semplificare prima di tutto la vita di queste famiglie e di questi insegnati.
Ripeto, nessuno di loro è responsabile di una urbanizzazione oggi non più sostenibile. Se ne faccia una ragione anche chi ha sollevato una questio che a mio avviso sta andando oltre la logica.