Si è riunito in videoconferenza giovedì 21 maggio il Comitato del distretto sanitario, a cui erano presenti i sindaci e gli assessori ai Servizi sociosanitari dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, il direttore sanitario dell’Ausl Romagna Stefano Busetti e il direttore del Distretto sanitario di Lugo Maurizio Piolanti.
Durante la riunione sono state condivise le fasi di sviluppo dell’ospedale di Lugo e gli investimenti che vedranno la luce nel breve, medio e lungo periodo, in considerazione anche di un graduale ritorno alla normalità post emergenza Covid-19.
Anzitutto, è stata presa in esame l’emergenza Covid: al momento l’ospedale di Lugo dispone di 10 posti in terapia intensiva, i quali verranno mantenuti anche al termine dell’emergenza. La disposizione dei posti, a scomparti, consente di isolare i pazienti e quindi di accogliere contemporaneamente sia pazienti Covid, che pazienti ordinari, per garantire la ripresa dell’attività chirurgica . Al momento sono 38 i pazienti ricoverati all’ospedale di Lugo a causa del coronavirus (dei quali 1 in terapia intensiva), concentrati nel padiglione B, in maniera tale che gli altri spazi dell’ospedale possano riprendere gradualmente la propria attività ordinaria. Il 21 maggio è inoltre terminato il presidio da parte dei volontari della Croce Rossa.
“Durante l’emergenza l’ospedale di Lugo ha garantito un filtro fondamentale, infatti non ci sono stati contagi indotti dall’ingresso presso la struttura – ha sottolineato il sindaco Luca Piovaccari, referente per le Politiche sociosanitarie -. Questo perché in particolare il nostro Pronto soccorso ha funzionato egregiamente, merito del lavoro che è stato fatto a monte. In questi giorni abbiamo ricevuto notizie confortanti rispetto a un progressivo ritorno alla normalità, che non potrà non tenere conto dell’esperienza degli ultimi due mesi, la quale dovrà guidarci per le scelte future. In questa complessa fase, in cui dovremo tenere insieme la gestione dei pazienti Covid con la ripesa dell’attività ordinaria, dovremo anche mantenere massima attenzione a tutti i protocolli di sicurezza e alla continua sorveglianza degli operatori sanitari, che hanno dato prova in questi mesi di grande professionalità e disponibilità. Dobbiamo inoltre ricordarci che un ospedale può funzionare bene solo quando l’intera rete dei servizi sanitari funziona, in modo che siano riservate all’ospedale solo le urgenze”.
Il direttore sanitario Stefano Busetti ha poi illustrato quelle che saranno le fasi di uscita dall’emergenza, per impostare la ripresa e riprendere le opere di prevenzione, sorveglianza e controllo.
“Fin da subito ci sarà una ripresa delle attività ambulatoriali sospese: questa settimana nelle strutture convenzionate e dalla prossima settimana nelle strutture pubbliche – ha spiegato Busetti -. Sono ripartiti i colloqui con le coppie per la procreazione medicalmente assistita, attività che tornerà presto integralmente a regime. A inizio giugno sarà ripresa l’attività chirurgica generale, di ginecologia e urologia, ovvero le tre discipline principali, con una riattivazione dell’area di degenza dedicata. Anche per la degenza pneumologica si sta lavorando affinché il reparto possa tornare presto alla piena operatività, siccome l’ospedale di Lugo è individuato proprio per questa specialità in ambito provinciale e tale deve rimanere”.
Il direttore Busetti ha inoltre confermato il mantenimento del punto nascita e delle attività di ginecologia e ostetricia nel presidio ospedaliero lughese, la cui ripartenza avrà però tempi più lunghi poiché “per la funzione materno infantile è necessaria una attenzione più elevata”.
Sono state inoltre fornite garanzie per quanto riguarda gli investimenti: “Il Padiglione D doveva essere pronto prima dell’estate, ovviamente abbiamo dovuto fermare il cantiere, ma i lavori stanno ripartendo e crediamo che l’opera sarà pronta dopo l’estate – ha dichiarato il direttore Busetti -. Entro maggio sarà operativa la Tac all’interno del Pronto soccorso, che ne migliora la funzionalità. Abbiamo inoltre tre investimenti strutturali: per l’adeguamento antisismico, per la prevenzione incendi e per l’efficientamento energetico; sono investimenti molto onerosi ed estremamente importanti per rendere sicura e funzionale la struttura ospedaliera”.
È pronto inoltre il progetto per la nuova rianimazione, per la quale si attende un finanziamento, come illustrato da Busetti: “L’emergenza ci ha costretti ovviamente a rivedere il piano degli investimenti. Per quanto riguarda la rianimazione di Lugo, proporremo nuovamente il progetto alla Regione nell’ambito del potenziamento della rete delle terapie intensive della Romagna, poiché la riqualificazione del reparto di Lugo è un punto fermo per la riqualificazione dei posti letto della terapia intensiva di tutto il territorio. Il finanziamento necessario è di circa 2 milioni di euro”.
“In questi mesi il presidio ospedaliero di Lugo è stato un perno fondamentale per la rete ospedaliera ravennate e della Romagna, dimostrando come possa essere un punto di forza – ha dichiarato il sindaco di Lugo Davide Ranalli -. Significa che la scelta di modulare e differenziare gli ospedali è stata vincente. Trasformare l’Umberto I in ospedale Covid ha permesso di mantenere una serie di servizi all’interno degli altri due presidi ospedalieri della provincia. La sfida che abbiamo vissuto ha dimostrato che la presenza di tre presidi così diversi ci ha consentito una gestione che credo possa essere giudicata come una delle migliori, sia per l’emergenza quanto per i servizi sanitari ordinari. Non si potrà non tenere conto di ciò che è avvenuto, alla luce anche della straordinaria dedizione degli operatori sanitari e dell’attaccamento a questa struttura dimostrata da tanti cittadine e aziende, con donazioni che hanno superato il milione di euro. Aspetti di cui dobbiamo e dovremo tenere conto in questa fase di normalizzazione, per la quale auspichiamo un dialogo continuo e serrato tra Azienda Usl e amministrazioni locali, per dare ai cittadini risposte puntuali sul futuro del nostro ospedale”.
“La sanità pubblica ha giocato un ruolo determinante in questa regione più che in altre – conclude il sindaco Ranalli -; questo deve farci ripensare anche alcuni modelli organizzativi che avevamo fin qui vissuto come dogmi. Abbiamo visto che la riorganizzazione dell’Ausl è un punto di forza, ma abbiamo anche visto l’importanza della gestione delle politiche territoriali”.
Durante il Comitato di distretto si è fatto anche il punto della situazione sulla gestione delle strutture residenziali per anziani; i numeri confermano che le procedure di sicurezza e il grande lavoro di rete fatto con tutti i soggetti coinvolti hanno consentito sostanzialmente di tenere fuori il contagio da queste strutture. Anche in questo caso si è ribadita l’esigenza di continuare a mantenere la massima attenzione al rispetto di tutti i protocolli di sicurezza attivati tempestivamente in queste settimane di emergenza.
In conclusione del Comitato è stato fatto anche un passaggio sulla graduale riapertura dei centri diurni per disabili a partire dal mese di giugno, sevizi fondamentali per dare supporto e sollievo a tante famiglie.