Il Consiglio comunale di Ravenna ha approvato una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta a intitolare un luogo della città a Norma Cossetto, giovane istriana torturata, uccisa e gettate nelle foibe ai primi di ottobre del 1943.
“ Da parte nostra – hanno dichiarato i gruppi di maggioranza del Consiglio comunale – c’è sempre stata e sempre ci sarà la volontà di confrontarci laicamente su questi temi all’interno di una discussione seria e intellettualmente onesta, senza nessuna concessione a riscritture semplicistiche e manipolative della storia.
Questa iniziativa infatti si colloca in un quadro di continuità e rigorosa coerenza con quelle assunte nel tempo dal Comune di Ravenna per ricordare le tragedie accadute nel confine orientale, a partite dal primo dopoguerra e culminate nella sanguinosa campagna di soppressione indiscriminata di italiani nelle foibe del Carso da parte delle milizie e forze di polizia del nascente regime comunista di Tito e nel successivo esodo di trecentomila giuliani, istriani e dalmati italiani a seguito del passaggio alla Jugoslavia di aree abitate, spesso in maggioranza, da popolose comunità italiane.”
Questo trova conferma già nel 2007 con l’intitolazione alle vittime delle foibe di un parco a Porto Corsini e con la targa apposta nel 2020 a Marina di Ravenna per ricordare l’accoglienza ai profughi dell’esodo e la loro capacità di integrarsi nella nostra comunità.
L’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e Provincia, di cui il Comune di Ravenna è il principale socio e compartecipante, ha sistematicamente organizzato dal 2005, per il Giorno del Ricordo, iniziative di confronto, approfondimento, divulgazione di alto livello storiografico su un tema così complesso e controverso come quello del confine orientale, delle foibe e dell’esodo.
La scelta di Norma Cossetto con il suo valore simbolico delle tante vittime di una repressione indiscriminata e violenta, trova ulteriori motivazioni nella Laurea ad Honorem conferitale dell’Università di Padova nel 1949, e nella Medaglia d’Oro al Valor Civile conferitale dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2009.
“In quest’ottica – proseguono dai banchi della maggioranza – non possiamo che apprezzare come un elemento di maturazione del confronto su quella pagina di storia la scelta di alcuni gruppi di opposizione di sottoscrivere un testo che, con grande equilibrio e onestà, riconosce oltre all’innegabile espansionismo jugoslavo e all’innegabile stalinismo rappresentato dal comunismo di Tito, anche la precedente oppressione fascista di quelle terre e la sua repressione criminale della Resistenza jugoslava, quali elementi decisivi per una completa analisi di quanto accaduto a partire dai decenni precedenti.”