Legambiente interviene nel merito delle operazioni che interesseranno la centrale turbogas “Teodora” di Enel a Porto Corsini. Operazioni finalizzate alla riduzione di particolari inquinanti (NOx) e ad un efficientamento delle prestazioni dell’impianto. Relativamente agli ossidi di azoto, l’associazione avanzò la necessità di intervento, già diversi anni fa.
Secondo Legambiente, se da un lato migliorano le performance relative all’emissione di ossidi di azoto, compare invece l’emissione di ammoniaca che seppur in misura minore, rimane in ogni caso un precursore di altri inquinanti atmosferici. Non è però solo sull’ammoniaca che si vuole concentrare l’analisi: dallo studio degli allegati tecnici pare emergere anche la possibilità di un incremento del 9% di CO (monossido di carbonio) un gas tossico per l’uomo.
Inoltre, secondo l’associazione ambientalista mancherebbe un approfondimento specifico sugli aspetti climatici relativo ad un generale aumento delle emissioni, contestuale ad un aumento dei volumi di fumi a seguito dell’upgrade.
“Se da un lato l’upgrade prevederà una diminuzione dell’emissione di particolari inquinanti, dall’altro si aspetteranno incrementi di potenza elettrica e termica, oltre ad un incremento del volume di fumi “– spiega Legambiente. “Gli incrementi di potenza interessanti la centrale derivano dalla necessità di sopperire alla diminuzione di potenza erogata dalle centrali a carbone come previsto nel PNIEC, ma basterebbe aumentare le attuali 3.200 ore di esercizio medio all’anno delle centrali a gas a 4.000 ore/anno, senza ulteriore necessità di installare nuove turbine a gas o, più in generale, di effettuare lavori che mirino ad aumentare la produzione degli impianti nella loro odierna configurazione, come in questo caso”.
Per approfondimenti su questo aspetto, si rimanda al dossier di Legambiente “La decarbonizzazione in Italia non passa per il gas”
Un altro aspetto sollevato dall’associazione è quello legato alla stima di producibilità, che risulta essere inattendibile ed approssimata nella previsione delle emissioni. Infatti, le valutazioni tecniche effettuate considerano che l’impianto sarà in esercizio continuo per tutte le ore dell’anno (8.760 ore) a carico nominale rappresentando un limite nella stima delle emissioni. Ma se l’upgrade viene realizzato per rispondere alle esigenze di sicurezza e flessibilità della rete dopo la chiusura delle centrali a carbone prevista per il 2025, viene più da associare il funzionamento della centrale ad un regime discontinuo, approfittando anche degli incentivi del capacity market, e che richiede un uso flessibile delle centrali per fare fronte agli sporadici picchi di potenza richiesti dalla rete.
Caratteristica che, se confermata, comporterebbe emissioni maggiori per tempi uguali di esercizio rispetto all’uso continuativo, poiché le turbine non lavorerebbero sempre al migliore regime di efficienza
Secondo Legambiente, poi ogni possibile incremento dei consumi di gas indirizzati all’impianto, non sarebbe coerente con gli obiettivi regionali di energia 100% rinnovabile al 2035 e con gli obiettivi di riduzione del 60% di gas climalteranti al 2030 come indicato nel nuovo Piano d’Azione Energia e Clima del Comune di Ravenna.
“Ecco allora la necessità di avviare un approfondimento più nel merito del peso degli aspetti climatici della centrale Teodora in particolare in relazione a tale intervento, per poter garantire maggiore coerenza con gli obiettivi climatici. Oltretutto, manifestiamo contrarietà ad un eventuale incremento dei consumi dei volumi di combustibile destinato alla centrale, nell’ottica di sfruttare la tecnologia di Carbon Capture and Storage anche per la produzione di idrogeno blu.”
L’associazione ha inviato in data odierna le proprie osservazioni relative alla procedura di verifica di assoggettabilità a VIA (scaricabili al LINK), nella speranza che vengano comunque accolte e considerate in istruttoria tecnica già avviata.