Sostenere economicamente i cittadini residenti in Emilia-Romagna che sono costretti a recarsi fuori regione per un trapianto, ma anche per le visite preliminari propedeutiche e per quelle successive.
È quanto chiede Marco Mastacchi, capogruppo di Rete civica, con un’interrogazione rivolta alla giunta.
“In questa Regione – spiega il capogruppo – non è ancora previsto il rimborso delle spese extrasanitarie per i pazienti che devono effettuare trapianti al di fuori del territorio regionale, che sono dunque costretti a sostenere a proprio carico le spese inerenti viaggio, vitto e alloggio. Il rimborso deve riguardare non solo la persona che si sottopone all’intervento del trapianto, ma anche l’accompagnatore per l’intera durata del soggiorno: analogamente, il rimborso deve essere previsto anche per il donatore vivente e il suo eventuale accompagnatore”.
Mastacchi sollecita perciò un intervento della giunta nella consapevolezza che “il trapianto di organi e tessuti è un trattamento medico di consolidata e comprovata validità clinica che rappresenta in gran parte dei casi l’unica possibilità di sopravvivenza per l’ammalato: ed è ormai assodato che un’efficace e adeguata continuità assistenziale pre e post trapianto garantisce i migliori risultati nei soggetti sottoposti o da sottoporre a trapianto”.
Infine, secondo il consigliere, “il concetto di continuità assistenziale non deve limitarsi alla sola dimensione medica in senso stretto ma riguardare anche la più ampia dimensione socio-sanitaria. È quanto mai opportuno che le spese extrasanitarie, sostenute dal paziente e da un suo accompagnatore, vengano rimborsate, così come già accade in diverse regioni italiane”.