Il 16 luglio scorso, sono iniziati, “sette giorni su sette, 24 ore su 24”, i lavori di escavo nell’avamporto di Porto Corsini, dove è situato il terminal crociere di Ravenna.
La stessa cosa successe l’anno scorso nello stesso periodo. Allora la riduzione del pescaggio a causa dell’ insabbiamento dei fondali produsse la cancellazione della tappa di Ravenna per nove crociere (19 mila passeggeri totali), “provocando il flop, tuttora non superato, del terminal” critica Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna. “Qualcuno, che avrebbe dovuto fare la normale manutenzione del porto, se n’era dimenticato almeno per sei anni. Il danno alla stagione turistica coinvolse entrambe le località di Porto Corsini e Marina di Ravenna, giacché i fanghi in eccesso estratti dalla draga addetta ai lavori, non potendo essere riversati in mare aperto, né (sempre per le medesime responsabilità di cui sopra) altrove, dovettero essere riversati sui lati interni di entrambe le dighe foranee nord e sud, non certo apprezzati dai cittadini ravennati e dai turisti. Questo triste spettacolo non ha evitato che anche quest’anno lo stesso film fosse proiettato nel mezzo di una stagione turistica già povera di presenze.
Il danno è grave, soprattutto per Porto Corsini, giacché si aggiunge al fatto che un mese prima esatto sono stati avviati i lavori di asfaltatura dell’intera diga nord, sua principale fonte di economia turistica, con la conseguente chiusura del transito, aperto solo per i pedoni e i mezzi di soccorso tramite un passaggio riservato.
Come sempre, nessuno discute che i lavori si debbano fare, ma che questo avvenga sempre nel pieno della stagione turistica denota la scarsa lungimiranza di chi governa sul territorio locale.
Lista per Ravenna ha raccolto la protesta della comunità di Porto Corsini, la quale si chiede se non ci fossero altri periodi in cui fare questi interventi, stupendosi soprattutto del silenzio complice dell’amministrazione comunale.
Chiedo dunque al sindaco come intende giustificare i fatti di cui sopra e come intende provvedere al riguardo perché almeno siano limitati al massimo i tempi di lavorazione e nel futuro non si riproducano in piena estate”.