Come tutti gli anni durante i mesi invernali i cittadini si trovano a fare i conti con l’influenza stagionale, che costringe a letto soprattutto i bambini. Le fasce d’età più colpite sono infatti quelle 0-4 anni e 5-14 anni.
Quest’anno sono circa 374mila le persone che già hanno contratto il virus dell’influenza stagionale in Emilia-Romagna. È questa la stima dei malati a partire dalla metà di ottobre, e quindi dall’inizio della stagione influenzale.
In base alle rilevazioni del Sistema nazionale di sorveglianza Influnet dell’Iss (Istituto superiore di sanità) sembrerebbe che il picco epidemico stagionale sia già stato raggiunto nella quinta settimana del nuovo anno, ovvero tra il 27 gennaio e il 2 febbraio, con un’incidenza pari a 13,1 casi per 1.000 assistiti.
Aumenta, in Emilia-Romagna, la copertura vaccinale: sebbene i dati siano ancora in fase di consolidamento, al momento risultano vaccinate più di 819mila persone; mentre l’anno scorso, a fine campagna, erano state complessivamente 786mila.
I casi gravi sono in netto calo rispetto alla stagione precedente. Il Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione monitora costantemente l’andamento dell’epidemia e le segnalazioni dei casi gravi: ad oggi 26, su tutto il territorio, per complicazioni legate all’influenza. Tra questi, 23 erano soggetti a rischio di complicazioni per la presenza di patologie croniche pregresse, solo 2 dei quali vaccinati. Quattro decessi, tra i 26 casi: tutte persone affette da patologie e non vaccinate.
Un risultato ottenuto anche grazie alla campagna di comunicazione realizzata ogni anno dal Servizio sanitario regionale e alle politiche vaccinali condotte dalla Regione, che prevedono la gratuità della vaccinazione antinfluenzale per diverse categorie di persone: donne in tutto il periodo della gravidanza, adulti e bambini con patologie croniche, anziani a partire dai 65 anni, operatori sanitari e socio-sanitari, addetti ai servizi essenziali (come insegnanti, forze dell’ordine, addetti al trasporto pubblico), donatori di sangue, personale degli allevamenti e dei macelli.
Per quanto riguarda Ravenna, i dati di inizio febbraio segnalano 5.300 persone ammalate. Sono invece sette le persone della provincia di Ravenna che sono state ricoverate in terapia intensiva. Di queste, nessuna era vaccinata. Si registra un morto a causa delle complicanze derivate dalla malattia.
Per prevenire la diffusione dell’influenza è opportuno seguire alcune semplici misure di protezione personale: lavarsi spesso le mani con il sapone; coprirsi naso e bocca ogni volta che si starnutisce o tossisce, usare fazzoletti monouso, gettarli e poi lavarsi le mani; in caso di sintomi influenzali, limitare i contatti con altre persone. Per quanto riguarda la diagnosi, naturalmente è sempre importante contattare il proprio medico, ma tra i sintomi più importanti ci sono tosse, mal di gola, febbre, mal di testa, inappetenza, dolori muscolari o articolari.
Per le infezioni comuni come raffreddore e influenza, gli antibiotici non servono; in questi casi, la soluzione migliore è aspettare che l’infezione faccia il suo decorso naturale, usando solo rimedi per alleviare i sintomi. L’invito rivolto ai cittadini è di lasciare che sia il medico a decidere se gli antibiotici servono oppure no.