Nel trimestre di apertura del 2021, i risultati della rilevazione sulla congiuntura dell’industria manifatturiera, condotta trimestralmente dal sistema delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna, su un campione statistico rappresentativo dell’universo delle imprese provinciali del settore e fino a 500 addetti, mettono in evidenza che tutti i principali indicatori dell’industria in senso stretto della provincia di Ravenna hanno evidenziato segno positivo, rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente. I risultati tendenziali di questo trimestre risentono però del confronto con il primo trimestre 2020, che ha registrato forti contrazioni con l’esplosione della crisi sanitaria e le conseguenti sospensioni delle attività e condizionano ampiamente la lettura dei dati. Nel dettaglio dell’analisi tendenziale del sistema manifatturiero, nel trimestre gennaio-marzo 2021, la produzione industriale ravennate cresce del +6,9%, in termini di variazione percentuale, dopo la flessione pari a -2,3% registrata nel primo trimestre del 2020; il risultato è anche migliore di quello prepandemia, ovvero di quello ottenuto nell’analogo trimestre del 2019 (-0,4%).
Permangono tuttavia ancora profonde differenze: per l’artigianato ravennate, che rispetto all’industria è maggiormente rivolto ad un mercato interno, prosegue il calo produttivo che però è in evidente attenuazione e non supera il -2,9%, nel confronto con il primo trimestre del 2020, settore particolarmente segnato dall’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento del virus. Anche a livello regionale risulta positiva la performance della produzione del manifatturiero, che però ha fatto registrare mediamente un incremento relativamente più contenuto, pari a +3,8%. Il tasso di utilizzo degli impianti conferma il proseguo dell’attività nelle nostre imprese, raggiungendo il 77,2%, un dato superiore rispetto al 69,9% riferito allo stesso trimestre dell’anno precedente, superando, seppure di poco, il valore raggiunto nel primo trimestre dell’anno pre-Covid (77,1%). In provincia di Ravenna, anche il fatturato dell’industria manifatturiera registra un rimbalzo tendenziale (+4,9%); il fatturato complessivo vira in positivo grazie ad entrambi le componenti, fra cui il mercato estero aiuta a sostenere le vendite con un +1,8%.
Sul versante della domanda, elemento degno di particolare attenzione è costituito dai dati relativi agli ordini: questo indicatore conferma il dato trimestrale in campo positivo, con un incremento per il portafoglio d’ordini complessivo pari a +6,8%. In ottica tendenziale, è da evidenziare quindi la crescita degli ordini, che superano i livelli pre-Covid, grazie anche all’acquisizione degli ordini pervenuti dall’estero (+5%). I risultati sono confermati dal periodo di produzione assicurata dagli ordini che, a fine marzo, sale a 8,3 settimane, superando così il valore del corrispondente trimestre del 2020 (7,9 settimane). Facendo leva su un’indubbia capacità di ripresa e su un pronto rimbalzo dell’attività, grazie anche all’aumento degli ordini che ha aperto spiragli in prospettiva ed ha consentito il proseguimento di gran parte delle attività economiche, i risultati dell’indagine portano a sottolineare come il tessuto imprenditoriale manifatturiero ravennate abbia dimostrato un buon grado di reattività, laddove possibile e non per tutti i comparti, grazie in particolare al mercato estero. Il ritorno in zona gialla e l’allentamento dei provvedimenti restrittivi, abbinati all’avanzamento della campagna vaccinale, aprono nuovi scenari; ma allo stesso tempo, molti sono ancora gli ostacoli da superare, vista l’eccezionalità e la drammaticità degli impatti causati dell’emergenza sanitaria.
Per quanto riguarda l’andamento nel breve periodo, nel primo trimestre del 2021, i principali indicatori congiunturali della provincia di Ravenna, espressi in forma di giudizio, non sono tutti positivi; segnalano il prevalere di imprese interessate da variazioni al rialzo, rispetto al trimestre precedente, per produzione e fatturato, mentre per gli ordini il saldo ritorna in ambito negativo anche se di modesta intensità. A fine marzo 2021, infine, le settimane di produzione assicurata, pari a 8,3, risultano in diminuzione rispetto al dato del dicembre scorso (erano 10,6); il grado di utilizzo degli impianti rimane invariato, rispetto al trimestre precedente, e la percentuale si attesta a quota 77,2%.
In attesa degli sviluppi della campagna di vaccinazione, che continua ad andare avanti nonostante i vari ostacoli ed impedimenti, permane l’incertezza sui tempi di mantenimento del recupero e la preoccupazione sulla tenuta di alcuni settori, con l’attenzione sempre rivolta all’andamento dell’emergenza, al Covid ed alle sue varianti.
Per quanto riguarda le previsioni per il breve periodo, le prospettive dei nostri imprenditori dell’industria manifatturiera esprimono l’aspettativa di tendenze in miglioramento per tutte le variabili analizzate, risollevando le prospettive per il prossimo trimestre: il clima di fiducia si sta riprendendo e, per ora, prevalgono le aspettative ottimiste rispetto a quelle pessimiste. L’esperienza dello scorso anno, che ha visto un deciso miglioramento della crisi sanitaria nel periodo estivo e quindi una diffusa riapertura delle attività economiche, unita al progresso della campagna vaccinale, incidono favorevolmente sulla fiducia degli imprenditori, anche se per ognuno degli indicatori la maggior parte delle imprese ritiene che le condizioni rimarranno invariate e non si aspetta modifiche significative e quindi i livelli di produzione, fatturato ed ordinativi rimarranno stabili, rispetto al trimestre in esame, secondo le previsioni di gran parte del campione, in attesa delle evoluzioni riguardanti gli scenari economici. Il ritorno in zona gialla, abbinato all’avanzamento della campagna vaccinale, non priva di ostacoli, ha aperto nuovi scenari, pur con la dovuta prudenza.
Dall’analisi del Registro delle Imprese, emerge che le ditte industriali attive della nostra provincia, cioè l’effettiva base imprenditoriale del settore, a fine marzo 2021 sono risultate 2.771 (pari all’8,2% del totale delle imprese attive della provincia), con una situazione di assoluta stazionarietà rispetto alla stessa data dell’anno precedente, (saldo 0 e variazione percentuale pari a 0,0%). Se il confronto però viene effettuato con il primo trimestre dell’anno pre-Covid, ritroviamo una flessione con una velocità relativa pari a -1,7% ed un saldo negativo corrispondente a 47 imprese in meno.