“Giunse ieri ai nostri indirizzi questa riflessione, insieme allo sgomento: “I morti annegati nella Manica. Ora anche le bianche scogliere di Dover sono listate a lutto e le anime senza pace di chi le voleva raggiungere fanno indignare francesi ed inglesi, che scoprono quanto avviene sotto i loro occhi da tempo. La morte per annegamento ha avuto il potere di scuotere le coscienze e fatto saltare per aria i gabinetti delle segreterie politiche dei dormienti Macron and Johnson.
Stamani noi europei ci svegliamo tutti attoniti da un letargico sonno che vedeva soltanto nella porta dell’africana Lampedusa o nell’estremo lembo orientale polacco i teatri delle battaglie per la sopravvivenza di migliaia di derelitti: sbagliato!
Il mantello nero ed ovattato della morte per annegamento e le pance gonfie dei morti alla deriva emanano i loro dolciastri vapori fin sotto le porte delle più potenti cancellerie d’Europa.
Tutto il vecchio continente è corresponsabile di quanto quotidianamente accade sotto gli occhi pieni d’indifferenza di tutti!”
Sotto gli occhi di tutti, anche a Ravenna, le condizioni in cui hanno trovato momentaneo riparo, presso il magazzino abbandonato dell’ex stabilimento SIR, decine di ragazzi, quasi tutti provenienti da altre sponde del Mediterraneo. Un’emergenza umanitaria a cui le Istituzioni non danno risposta. Di questo si parlerà al presidio organizzato dal Collettivo Autonomo Ravennate che si terrà oggi, dalle ore 9.00 alle 13.00, in via Nicolodi, davanti all’ex Ostello, dedicato appunto all’Ostello Dante e alle proposte di autogestione: un altro luogo della Darsena abbandonato nell’indifferenza da troppo tempo.
Intanto, preoccupa non poco lo stato in cui viene lasciato uno degli edifici più importanti della Darsena post industriale, tutelato a norma di legge come bene monumentale, ovvero, per il particolare valore architettonico e storico artistico, patrimonio di tutti. Che anche la presenza dei senzatetto serva a rendere più insopportabile il degrado a cui da anni è stata relegata la struttura?
Vogliamo solo ricordare che i proprietari di beni culturali (quale è il magazzino a copertura parabolica ex Sir) hanno l’obbligo per legge di mantenere in buone condizioni il bene, secondo l’art. 1 c. 5 del D. Lgs 42/2004 (il cosiddetto Codice dei Beni Culturali). La Soprintendenza dovrebbe applicare la legge e obbligarli alla manutenzione, ovvero provvedere essa stessa e poi rivalersi nel caso di inadempienze, come specificato agli artt. 30, 32 e seguenti. Dal momento che, a quel che risulterebbe, la proprietà sarebbe in parte riconducibile ad un grosso gruppo della GDO, davvero dobbiamo credere che manchino i fondi per provvedere alla tutela del bene? E che il Comune non sia in grado di sollecitarli? Ma come si vede, sia di uomini che di edifici abbandonati poco importa alle Istituzioni. Un buon pretesto, tramite l’esasperazione dei residenti che chiedono invano risposte, per sbattere fuori gli uni ed iniziare a far parlare nuovamente di demolizione fuori legge per gli altri?
Invitiamo ad osservare solo due recuperi di magazzini simili all’ex Sir: il padiglione “Embarcadero” a Caceres in Spagna, e la ex Perfosfati a Cerea, vicino a Verona (ora centro fieristico Area Exp): realtà perfettamente funzionanti da anni e spazi straordinari restituiti al patrimonio comune. Perché a Ravenna non siamo degni di questo?”
Collettivo Autonomo Ravennate
Gruppo di Intervento Giuridico – Ravenna
Italia Nostra, sezione di Ravenna
Potere al Popolo Ravenna