Il prolungarsi della crisi sanitaria determinata dal Covid-19 continua a incidere negativamente sulle attività di impresa e allontana per molte di esse la ripresa. Tale grave situazione ha evidenti rilevanti impatti economici e sociali. Le misure messe in campo per limitare i disastrosi effetti economici causati dalla pandemia hanno profondamente modificato il profilo e le dinamiche del credito bancario alle PMI.
“Senza una proroga della moratoria sui prestiti – afferma il Presidente di CNA Ravenna Pierpaolo Burioli – oltre un’impresa su tre non sarebbe in grado di rispettare gli impegni e quasi la metà avrebbe molte difficoltà”.
È quanto emerge da una indagine promossa dalla CNA su oltre 5mila imprese di cui l’87% con meno di 10 addetti, un campione che riflette in modo coerente il tessuto imprenditoriale italiano.
La proroga della moratoria e della garanzia pubblica sui nuovi finanziamenti rappresenta una misura necessaria per scongiurare l’esplosione di migliaia di casi di insolvenza.
L’indagine della CNA rileva che il 54% delle imprese intervistate ha utilizzato la moratoria e che nel 78% dei casi è ancora in funzione, e il 73% del campione giudica utile una proroga.
Dall’attivazione della garanzia pubblica, il 63% del campione ha ottenuto un nuovo finanziamento e oltre la metà afferma di averne bisogno nei prossimi mesi. Oltre l’80% considera utile la proroga della misura.
Oltre il 50% delle imprese intervistate ha aumentato la propria esposizione debitoria con le banche: il 12% l’ha incrementata di oltre il 10% e quasi una su 5 oltre il 20% rispetto alla situazione precedente la pandemia. Misure per favorire la ristrutturazione dei debiti sono indispensabili per il 56% del campione.
“Dall’indagine – chiosa Burioli – emergono indicazioni molto chiare: la mancata proroga della moratoria rischia di innescare una catena di fallimenti che il Decreto Cura Italia voleva scongiurare. Non prolungare la garanzia pubblica, invece, metterebbe in gravi difficoltà le imprese che ancora non riescono a generare flussi di cassa adeguati alle esigenze finanziarie. Dall’indagine, inoltre, emerge che oltre il 70% degli intervistati accusa una contrazione del fatturato nei primi quattro mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019 e per oltre il 45% del campione la flessione supera il 30%. Insomma, siamo ancora molto lontani dalla “normalità” e non rinnovare i sostegni significa vanificare lo sforzo realizzato per mantenere in vita il nostro patrimonio imprenditoriale”.
Va inoltre evidenziato che anche i dati complessivi sul credito evidenziano l’esigenza della proroga. Dall’ultima rilevazione del MEF le moratorie attive del sistema produttivo ammontano a un importo di 126 miliardi e l’erogazione di finanziamenti assistiti da garanzie pubbliche a 184 miliardi. Complessivamente, quindi, 310 miliardi di credito bancario alle imprese risulta oggi “coperto” dalle misure straordinarie, oltre il 40% dell’esposizione complessiva, che a fine marzo (dati Banca d’Italia) ammontava a 755 miliardi di euro.
“Rischia di piovere sul bagnato. – aggiunge Burioli – Le risorse della Nuova Sabatini sono destinate a finire entro giugno, a meno di un rifinanziamento in tempi rapidi. CNA lancia l’allarme su uno dei principali e più efficaci strumenti per supportare le imprese nell’acquisto di nuovi beni strumentali: sollecitiamo con determinazione il rifinanziamento della Nuova Sabatini per dare continuità a strumenti efficaci per sostenere lo sviluppo delle imprese che vogliono crescere ed essere più competitive. Investire significa innovare, per competere sui mercati”.
Alla luce del contesto attuale e delle difficoltà contingenti, supportare al meglio chi ha il coraggio di investire deve essere premiato.
“Sul piano nazionale, infine, – conclude Burioli – per la CNA è necessario rivitalizzare il sistema dei Confidi, che ha dato prova di sostenere con efficacia l’imprenditoria diffusa nella crisi in corso, e ottimizzare l’operatività del Fondo di Garanzia per le PMI valorizzando la relazione tra pubblico e privato”.