Secondo i risultati delle ultime analisi condotte da Arpae attraverso l’installazione di un campionatore ad alto volume per la ricerca di microinquinanti organici a seguito dell’incendio sviluppatosi a Mezzano il 21 giugno e spento il 26, il valore rilevato di diossine e furani (PCDD/DF) è 0,015 pg/m3 (come già riferito non ci sono valori normativi in materia, ma si tratta di un valore di gran lunga inferiore rispetto alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che suggerisce di tenere monitorata la sorgente qualora si rilevino concentrazioni superiori a 0,3 pg/m³). Il valore rilevato di PCB-DL è di 0,005 pg/m3, in calo rispetto a tutte le precedenti rilevazioni e pari al valore massimo di riferimento per i siti rurali (0,005 pg/m3 appunto). E i valori registrati per tutte le altre sostanze campionate sono molto lontani dai limiti di attenzione per la qualità dell’aria. Questi dati sono relativi a quello che è stato l’ultimo campionamento di quelli programmati da Arpae in relazione a questo incendio.
In ogni caso, ricordando che il problema principale rappresentato dalle diossine prodotte da un incendio è quello della ricaduta e della deposizione su prodotti vegetali che possono entrare nella catena alimentare, il Comune di Ravenna, sulla scorta del parere dell’Ausl della Romagna, rinnova la raccomandazione ai cittadini che risiedono nell’area a due chilometri da dove c’è stato l’incendio e in particolare nelle frazioni di Mezzano, Glorie, Ammonite e Borgo Masotti, di consumare frutta e verdura raccolta in questa zona solo dopo averla lavata accuratamente e sbucciata (se sbucciabile). E comunque si tratta di buone pratiche che andrebbero sempre seguite.