Nella giornata di ieri, martedi 21 maggio, è stata inaugurata la nuova serra screen house del CAV (Centro Attività Vivaistiche) a Tebano. Al taglio del nastro hanno partecipato l’Assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli, il Direttore generale Agricoltura Emilia Romagna Valtiero Mazzotti, il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi, l’assessore comunale alle politiche agricole ed ambientali Antonio Bandini, oltre al presidente e al direttore del CAV, Fabio Burroni e Marco Pancaldi. La nuova struttura, formata da due corpi denominati “Giada” ed “Ambra”, è larga 16 metri e lunga 50, per una superficie totale di 800 metri quadri. All’interno vi si conservano piante pre-base di susino giapponese, susino europeo, albicocco, ciliegio ed actinidia.
«Da un lato ringraziamo il Comune di Faenza e la società Terre Naldi, che ci hanno consentito di realizzare la nuova serra su un terreno precedentemente di loro proprietà; dall’altro lato ringraziamo la Regione Emilia-Romagna, che ha contribuito con un finanziamento di circa 100mila euro, pari al 40% dei costi complessivi, di 250mila euro», spiega Marco Pancaldi, direttore del CAV.
«Ora abbiamo in piedi un ulteriore progetto di 150mila euro, con un contributo di 104mila sempre dalla Regione, per ricerche in laboratorio – aggiunge Pancaldi – La serra è quanto di più moderno ci possa essere oggi. Per l’actinidia abbiamo realizzato un box totalmente isolato all’interno della stessa, in modo che le gocce d’acqua piovana non possano contaminare la pianta di questa specie con infezioni da PSA. Nel periodo estivo il box dell’actinidia viene rinfrescato con condizionatori che si avviano quando la temperatura interna supera i 32 gradi. Inoltre, sui tetti della serra sono state realizzate aperture ad ali di gabbiano che si attivano con dei sensori, aprendosi per espellere l’aria calda e chiudendosi quando piove o tira vento. La serra è poi dotata di due cisterne interrate per raccogliere l’acqua piovana, che utilizziamo per l’irrigazione».
«L’inaugurazione di questa serra rappresenta il traguardo di un lavoro avviato diversi anni fa, che fa riferimento anche al nuovo sistema di certificazione nazionale – sottolinea Fabio Burroni, presidente del CAV – Questo sistema di certificazione si basa sul Decreto promosso in questi giorni a livello ministeriale e che tra breve verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, dopo aver fatto tutto il suo iter legislativo, portando il settore del vivaismo ad essere veramente la base fondante della varie filiere produttive nazionali frutticole. Il CAV, assieme a Civi Italia (il consorzio nazionale tra associazioni vivaistiche ed unioni dei produttori) sta promuovendo questo sistema di certificazione volontaria, cercando di coinvolgere tutti i colleghi vivaisti sul territorio nazionale, ma soprattutto spiegare a livello internazionale ciò che questo sistema può dare come valore aggiunto».
All’inaugurazione ha partecipato anche il presidente di Civi Italia, Giandomenico Consalvo, che ha chiarito l’importanza del Civi Italia come voce unica e strategica a rappresentanza del vivaismo nazionale, per un percorso comune di crescita.
Il CAV, Centro Attività Vivaistiche, è una cooperativa di vivaisti che dal 1982 ha come obiettivo il raggiungimento della massima qualità nella produzione del materiale vivaistico. Collocato all’interno del Polo scientifico tecnologico di Tebano, nel Comune di Faenza, fornisce servizi di conservazione delle piante di categoria pre-base, analisi, controllo e produzione di piante di categoria base per i propri associati e per clienti esterni, il tutto nell’ambito del Sistema di Certificazione Nazionale. Il CAV dispone anche di un laboratorio accreditato, atto ad effettuare le analisi fitopatologiche sul proprio materiale in conservazione e anche per conto terzi. La sfera operativa riguarda il settore delle piante da frutto, della fragola e dei piccoli frutti, dell’olivo, della vite, degli agrumi, del carciofo, del nocciolo, del noce, del pistacchio, del melograno, dell’actinidia e delle piante orticole. L’intero processo, in ottemperanza alle leggi nazionali ed europee, porta alla produzione di piante certificate dal punto di vista genetico e fitosanitario, sotto la supervisione del Servizio Fitosanitario Pubblico. Con quote di mercato nazionale del 95% per la produzione della fragola, del 75% per i piccoli frutti, del 50% per le altre specie fruttifere e del 50% per la vite, il CAV, assieme alle sue aziende associate, si presenta come una delle realtà vivaistiche organizzate più importanti d’Europa.