Il Paradiso di Dante è “un volo”, che cambia lo sguardo. Il viaggio di un’anima, che “ha una voce femminile”. Lucilla Giagnoni, attrice e sceneggiatrice lo spiega a Ravenna, nella basilica di San Francesco in occasione del Dantis Poetae Transitus, la commemorazione pubblica della morte del Sommo Poeta, venerdì 13 settembre a San Francesco. È un “corpo a corpo” quello di Lucilla con la Divina Commedia, l’esperienza “incarnata”, spiega all’inizio della sua riflessione su “Il Paradiso e Vergine Madre (Pd, XXXIII)”, che le ha “salvato la vita due volte: una dopo l’11 settembre 2001 e, 19 anni dopo, in pieno Covid. In entrambi i casi, racconta, Dante è stato un modo per “uscire dall’Inferno”, attraverso parole di bellezza.
La basilica di San Francesco è piena per ascoltarla. Dopo l’introduzione di padre Ivo Laurentini, direttore del Centro Dantesco, e i saluti dell’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, che sottolinea la dimensione mariana della fede e del viaggio di Dante, dell’assessore alla Cultura, Fabio Sbaraglia e del prefetto, Castrese De Rosa, Lucilla Giagnoni legge il racconto della morte di Dante scritto da Boccaccio. Poi i rintocchi della campana e il silenzio, per commemorare il momento del passaggio all’altra vita di Dante. A sottolineare i momenti più intensi della riflessione di Giagnoni, la musica della Cappella musicale della basilica di San Francesco, diretta da Giuliano Amadei, che poi, in serata sul sagrato, ha proposto una rappresentazione musicale, dal titolo “Dante, una luce per l’umanità”, con i cantanti Lucia Viviani e Luca Marcheselli.