La Fp Cgil di Ravenna denuncia una situazione vicina al collasso negli ospedali di Ravenna, Lugo e Faenza. Sono in programma tre distinti presidi per fare sapere quali sono le condizioni di lavoro nella sanità pubblica ravennate.
“Già da tempo viviamo una situazione di sofferenza gravissima in merito alle dotazioni organiche – spiega Claudio Laghi della Fp Cgil Ravenna -. Mancano infermieri e operatori socio-sanitari (Oss) in tutti i reparti con il risultato che il personale è costretto a saltare i riposi e a rinviare le ferie. E ora viene istituzionalizzato anche il turno spezzato o il doppio turno. Il personale necessario tarda ad arrivare, nonostante la disponibilità di graduatoria per Oss e infermieri. Negli operatori cresce la stanchezza per una situazione che è sempre più insostenibile”.
Per denunciare tutto questo, la Fp Cgil organizza dei presidi nei tre principali ospedali del territorio. Venerdì 14 giugno l’appuntamento è all’ospedale di Ravenna, in via Missiroli, dalle 12,30 alle 14, mentre lunedì 17 giugno è in programma un doppio presidio dalle 12,30 alle 14: a Lugo, all’altezza dell’ingresso principale dell’ospedale, e a Faenza, nell’area in prossimità del Pronto Soccorso.
“Ci sono graduatorie disponibili – spiega Laghi – che risalgono alla seconda metà di aprile (infermieri) e ai primi giorni di maggio (Oss). Purtroppo la disponibilità delle graduatorie è arrivata in ritardo, quindi ci si è trovati a ridosso delle ferie estive con l’esigenza di andare a colmare tantissimi posti che erano scoperti. In più c’è la necessità di adottare i potenziamenti estivi. Di fronte a tutto ciò, ci troviamo ancora oggi in forte difficoltà nel numero di arrivi del personale. Le ricadute sui lavoratori in servizio sono pesanti. Sono costretti a fare doppi turni, a saltare dei riposi e qualcuno ha anche optato, su richiesta dell’azienda, a posticipare delle ferie. I presidi sono organizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica. Bisogna dare risposte al personale che ogni giorno ci mette professionalità e grandissimo impegno. Ma non è possibile basarsi sempre sulla buona volontà e sul senso di responsabilità dei lavoratori”.