Inaugura il 18 dicembre, alle 18, la nuova mostra allestita nella Project Room del MIC di Faenza. La mostra espone 24 opere della collezione donata da Enrico Camponi. Si tratta di una selezione di ceramiche realizzate a Vietri sul Mare durante il cosiddetto “periodo tedesco”, tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento, da Gunther Stüdemann, Richard Dölker, Leo Anzengruber, Elsie Dölker e Guido Gambone.
A Vietri sul Mare nel periodo tra le due guerre si fermano moltissimi artisti mitteleuropei che cominciano a lavorare nelle fabbriche di ceramica della cittadina costiera, introducendo innovazioni nello stile grazie anche alle influenze delle avanguardie storiche del primo novecento. Il ceramista tedesco Richard Dolker, attivo a Vietri sul Mare, dal 1923, in particolare è tra gli artefici della rinascita della ceramica vietrese del primo dopoguerra.
Gunther Studemann, nato a Berlino nel 1890, era invece un pittore impressionista tedesco formatosi alla Landes-Kunstschule di Amburgo e successivamente allievo del pittore secessionista Martin Brandemburg a Berlino, arriva a Positano nel 1922 e nel 1923 fonda a Fontana Limite, località poco lontano da Vietri, la manifattura per la produzione di maioliche artistiche “Fontana Limite” il cui primo marchio è costituito dal simbolo grafico di un forno a muffola (altrimenti interpretato come una cupola) e dalle lettere ST, marchio che viene modificato intorno al 1927 con il simbolo di un pesce contorniato dalle stesse lettere. Nel 1926 probabilmente partecipa, insieme all’industriale tedesco Max Melamerson, alla fondazione della manifattura ceramica “I.C.S.” di Vietri.
Ceramista di origine austriaca, nato a Steyr nel 1912, invece Leopold Anzengruber, dopo aver lavorato negli anni Venti presso la “Manifattura di Signa”, si trasferisce poi nella fabbrica Avallone di Vietri.
Mentre Guido Gambone, di casa a Vietri sul Mare, impara il mestiere lavorando presso la manifattura “Avallone”, di proprietà di don Ciccio Avallone, prima come apprendista, poi come pittore e quindi capo pittore, e completando la sua formazione presso la “M.A.C.S.” (Manifattura Artistica Ceramica Salernitana) di proprietà, come la “I.C.S.” (Industria Ceramica Salernitana), presso la quale lavora alcuni anni dopo, dell’imprenditore tedesco Max Melamerson. Lavorando presso queste manifatture entra in contatto con gli artisti tedeschi assimilandone lo stile.