La crescita delle imprese straniere in regione (47.927) accelera (+3,0 per cento, +1.398 unità), è la più rapida dal 2013 e contrasta la riduzione delle altre imprese (-0,9 per cento). L’Emilia-Romagna è la quarta regione per incremento, davanti alla Lombardia (+2,6 per cento) e Veneto (+2,3 per cento). Accelera l’aumento delle ditte individuali (+805 unità), e delle società di capitale (+13,5 per cento). La crescita si concentra nei servizi (+914 imprese, +3,8 per cento), in particolare alloggio e ristorazione (+258) e nel commercio (+214), ma anche nelle costruzioni (+1,3 per cento) e nella manifattura (+4,4 per cento).
Fare impresa, voglia da stranieri. Questa la sintesi della crescita della base imprenditoriale estera in Emilia-Romagna che ha un ritmo superiore a quello nazionale, ed è la più rapida dal 2013, mentre in parallelo prosegue la flessione delle imprese non straniere.
Secondo i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, al 30 giugno 2018 le imprese attive straniere salgono a quota 47.927 (l’11,9 per cento del totale) con un aumento in un anno di 1.398 unità, +3,0 per cento, il più rapido registrato dal 2013 nel secondo trimestre. Restano indietro al segno rosso le imprese non di stranieri (-0,9 per cento). A livello nazionale, la crescita delle imprese straniere (quasi 534 mila, pari al 10,3 per cento del totale) risulta inferiore (+2,4 per cento). mentre la diminuzione delle altre imprese (-0,2 per cento) è più contenuta. Le imprese straniere diminuiscono solo in tre regioni italiane.
L’Emilia-Romagna è la quarta regione per crescita, dietro Campania, Lazio e Liguria, e delle altre regioni leader con cui si confronta precede la Lombardia (+2,6 per cento) e stacca il Veneto (2,3 per cento). Ma in Lombardia e Veneto la flessione delle imprese non straniere è più contenuta di quella emiliano-romagnola.
La tendenza alla crescita delle imprese straniere è dominante in tutti i macro settori di attività economica. L’espansione si concentra nei servizi (+914 imprese, +3,8 per cento). Qui deriva più dal rapido e ampio incremento nell’aggregato degli altri servizi (+700 imprese, +5,8 per cento), che dall’aumento nel settore del commercio (+214 imprese, +1,8 per cento). Rilevante l’incremento della base imprenditoriale estera dell’industria (+4,4 per cento, +216 unità), mentre continua più contenuta la flessione delle non straniere (-1,2 per cento). Accelera anche la crescita delle costruzioni (+1,3 per cento, +228 unità), mentre le altre imprese si riducono dell’1,7 per cento.
La forma giuridica. La spinta deriva ancora innanzitutto dalle ditte individuali (+805 unità, +2,1 per cento), pari l’81,7 per cento delle imprese straniere, ma sempre più anche dalle società di capitali, che crescono più rapidamente (+564 unità, +13,5 per cento), sostenute dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. Questa ha contribuito però a contenere la dinamica delle società di persone (+0,7 per cento). Crescono leggermente anche le cooperative e i consorzi (+0,7 per cento).