Anche se per ora le imprese vivono una sorta d’attesa, con punte significative di pessimismo verso il futuro, ma non ancora di sfiducia, il rischio è di imboccare la strada della stagflazione e che la spinta propulsiva su cui si contava per la crescita, si interrompa bruscamente. Occorre quindi avviare un piano nazionale ed europeo per l’indipendenza energetica, sostenere la domanda e i redditi, affrontare il problema della frammentazione del sistema produttivo, risolvere la questione dei “contratti pirata” che minano il mercato del lavoro e le cooperative sane. Di fronte all’aggressione della Russia contro l’Ucraina, è durissima la condanna di Legacoop, che ha rilanciato la necessità di interrompere l’escalation e fare sedere al tavolo dei negoziati le parti in campo, facendo prevalere le ragioni della pace, per fermare gli orrori della guerra e riprendere il cammino della crescita.
Questi i temi principali che il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti ha affrontato di fronte agli oltre 300 partecipanti all’assemblea annuale dell’Associazione, svolta oggi a Milano Marittima. Numerosi i rappresentanti del mondo sindacale, associativo, politico e istituzionale intervenuti: tra questi il senatore Stefano Collina, i consiglieri regionali Gianni Bessi, Nadia Rossi e Massimo Bulbi, il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale, il Sindaco di Cesena Enzo Lattuca, il Sindaco di Cervia Massimo Medri (che ha portato il saluto iniziale) e numerosi sindaci del territorio romagnolo.
Legacoop Romagna rappresenta circa 380 imprese dell’ area vasta operanti in tutti i settori del mercato, con un valore della produzione di oltre 6 miliardi di euro, 80 mila soci e oltre 23mila lavoratori.
Il dibattito e gli interventi dei cooperatori hanno evidenziato le problematiche affrontate dalla imprese e i numerosi progetti realizzati da Legacoop in questi mesi. Sono intervenuti tra gli altri il presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti, il presidente di Fruttagel, Stanislao Fabbrino, la responsabile produzione servizi di Legacoop Romagna area Forlì-Cesena, Simona Benedetti, il direttore della coop Trasporti Riolo Terme, Davide Missiroli, il responsabile relazioni istituzionali di Arco Lavori Giancarlo Malacarne, il responsabile produzione servizi di Legacoop area Rimini Massimiliano Manuzzi, il responsabile università di Legacoop Romagna, Federico Morgagni, la responsabile regionale pari opportunità di Legacoop, Federica Protti, la psicologa di Cento Fiori, Nicoletta Russo, il responsabile innovazione di Legacoop Romagna, Emiliano Galanti, il cofondatore della cooperativa Non Studio, Samuele Bertani, e l’amministratore delegato di Federcoop Romagna, Paolo Lucchi. Ha concluso i lavori il presidente
di Legacoop nazionale, Mauro Lusetti.
Entrando nel vivo delle questioni, Mazzotti ha affrontato per prima quella dell’energia, su cui Legacoop Romagna sta realizzando e si sta candidando ad ottenere risorse e finanziamenti pubblici con numerosi progetti. I capitoli si chiamano biometano, rete degli impianti a biomassa e dei prodotti cooperativi, gruppi di acquisti energetici, comunità energetiche. Ma anche progetti di sostenibilità ambientale nelle principali filiere cooperative, in quelle del vino, nelle produzioni biologiche, in agricoltura, in agroindustria, nella logistica e dei trasporti, nella rigenerazione urbana, nel socio sanitario. Serve — dice Mazzotti — una nuova generazione di piani energetici, dall’Europa fino ai singolo Comuni. Piani energetici che fissino obiettivi, indichino percorsi, assegnino premialità.
La seconda azione che serve a sostenere la crescita e a raggiungere gli obiettivi del PNRR, attiene alle politiche pubbliche a sostegno della domanda e dei redditi. Occorre evitare — secondo Mazzotti — il gioco del cerino tra le varie parti in causa: produzione, trasformazione, consumo, per non scaricare a valle e sui consumatori finali l’aumento dei costi.
In terzo luogo — ha continuato Mazzotti — per aumentare la competitività complessiva e la capacità produttiva del sistema, va affrontato il tema della bassa capitalizzazione e frammentazione del sistema produttivo italiano, che da forza che è stata della diversità italiana, si sta trasformando in debolezza. In questo caso le risposte si chiamano reti di imprese. Gli strumenti che Legacoop Romagna sta utilizzando non mancano a cominciare dai contratti di rete, contratti di collaborazione, fino alle fusioni tra diversi soggetti imprenditoriali. Si tratta di processi difficili e complicati, ma inevitabili, sui quali misureremo le nostre capacità di stare quel passo in avanti rispetto alle cooperative, ha aggiunto il presidente.
Il quarto terreno di intervento e di lavoro riguarda il capitale umano, la prima e più importante risorsa per ogni cooperativa. Sono urgenti scelte, anche normative e legislative, ha concluso Mazzotti, che liberino il mercato del lavoro da quelle scelte figlie dell’illusione neo liberista e che le cooperative hanno pagato care specie nel settore del facchinaggio e della logistica, con la piaga delle false cooperative e dei contratti pirata.