Oggi nell’ambito del question time, la capogruppo di Europa Verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Silvia Zamboni, ha presentato un’interrogazione per chiederechiarimenti alla Giunta in merito agli iter di autorizzativi di competenza ministeriale degli impianti eolici previsti al largo di Ravenna e Rimini. Si tratta di due progetti fondamentali per la transizione ecologica a livello regionale e nazionale, considerati i 930Mw di potenza complessiva in attesa di autorizzazione all’installazione.
La settimana scorsa, alla Fiera K.EY di Rimini sulla transizione energetica, Legambiente aveva presentato il nuovo rapporto “Scacco matto alle rinnovabili” nel quale si evidenzia che i progetti di nuove fonti rinnovabili si arenano soprattutto a livello locale.Nel 2022 le Regioni italiane hanno autorizzato appena l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici e lo 0% di quelli eolici in attesa di approvazione.
Come sottolineato da Legambiente, il governo Draghi e quello Meloni nell’ultimo anno hanno semplificato le procedure ministeriali e hanno sbloccato molti impianti. Da 0,8 Gigawatt di nuova potenza autorizzata dallo Stato nel 2021, nel 2022 si è passati a 3 Gw. Tuttavia, l’iter dei progetti si è di nuovo arenato a livello delle amministrazioni regionali e comunali. Pesano, secondo Legambiente, le norme poco chiare e la burocrazia farraginosa, ma anche l’opposizione preconcetta di comunità ed amministratori locali: le cosiddette sindromi Nimby (Not in my backyard, non nel mio giardino) e Nimto (Not in my term of office, non nel mio mandato). Tanto che nel 2019 in Italia a livello regionale era stato autorizzato il 41% dei progetti di fotovoltaico presentati, sceso poi al 19% nel 2020, al 9% nel 2021 e all’1% l’anno scorso. Ancor peggio i dati dell’eolico, con una percentuale di autorizzazioni rilasciate dalle Regioni nel 2019 del 6%, del 4% nel 2020, dell’1% nel 2021, fino allo 0% nel 2022. Eppure, negli ultimi anni sono aumentati sia i progetti presentati per le fonti rinnovabili, sia le richieste di connessione alla rete elettrica: queste ultime sono passate da 168 Gw al 31 dicembre 2021 ad oltre 303 Gw al 31 gennaio 2023.
“Il Rapporto di Legambiente ha evidenziato che la lentezza del cammino delle rinnovabili riguarda anche l’Emilia-Romagna, che si classifica tra le regioni con meno eolico approvato nel 2022 –afferma la capogruppo di Europa Verde e Vice Presidente dell’Assemblea legislativa Silvia Zamboni.Tra i casi più emblematici il dossier cita il Parco eolico di Rimini, con i suoi 330Mw di energia rinnovabile, a cui va aggiunto quello eolico-solare, denominato Agnes, al largo di Ravenna. Come ho sottolineato nell’illustrazione dell’interrogazione,la nostra regione va meglio sul fronte “solare”: proprio ieriil Sole 24 Ore ha pubblicato la classifica nazionale sulla diffusione del fotovoltaico in cui Ravenna è seconda dopo Roma, Forlì è quinta, Rimini è sesta.Ho inoltre ricordato che a favore della transizione energetica laGiunta della Regione Emilia-Romagna ha stanziato 2 milioni di euro per la promozione delle comunità energetiche rinnovabili, ai quali se ne aggiungeranno altri 12 sempre a fondo perduto; mentre il Piano triennale di attuazione del Piano Energetico Regionale dell’Emilia-Romagna, approvato a dicembre 2022, prevede tra fondi pubblici ed effetto leva che producono circa 5,5 miliardi di euro a favore dell’efficienza energetica nel settore pubblico e privato e della promozione delle fonti rinnovabili.
In merito alla risposta della Vice Presidente Irene Priolo alla mia interrogazione sugli impianti eolici di Ravenna e Rimini, ho espresso soddisfazione nell’apprendere che lo scorso 13 marzo è stata confermata la procedibilità del processo di Valutazione di Impatto Ambientale, di competenza ministeriale, del progetto Agnes di Ravenna, che si concluderà entro 150 giorni. Purtroppo, la VIA del progetto di Rimini è stata sospesa a seguito delle osservazioni e della richiesta di integrazioni al proponente da parte del Ministero e della Regione Emilia-Romagna. Su questo, ho annunciato che farò un accesso agli atti per prendere visione e approfondire il contenuto di tali osservazioni” –conclude la consigliera Zamboni.