Raviplast acquista la sede. Il “workers buyout” ravennate, nato alla fine del 2013 dalla crisi del Gruppo Pansac, ha formalizzato in data 27 maggio l’atto di acquisto dello storico stabilimento industriale che si affaccia sulla Darsena. Finora Raviplast era in affitto dalla Amministrazione Straordinaria della precedente proprietà.
Raviplast è una cooperativa industriale ravennate che produce imballaggi plastici flessibili. È stata fondata sei anni fa da un gruppo di lavoratori che avevano perduto il lavoro in seguito alla cessazione delle attività del Gruppo Pansac. Oggi la cooperativa – associata unitariamente a Legacoop, Confcooperative e AGCI – fattura circa sei milioni di euro e dà lavoro a ventinove persone, di cui ventiquattro soci.
L’area totale acquisita è di poco più di quattro ettari. Ne fanno parte la superficie in cui si trovano gli impianti e tre lotti a destinazione non industriale: la ex villa del Direttore dello Stabilimento, un parcheggio e una palazzina. Tutta la parte non destinata a scopi produttivi, circa un quarto del totale, sarà ceduta ad acquirenti che si sono già impegnati formalmente all’acquisto.
Le trattative andavano avanti dal 2017. La svolta è arrivata nell’estate del 2019, con l’approvazione dell’offerta di Raviplast da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Il periodo successivo, al netto della crisi Covid, è stato necessario per le certificazioni di conformità in vista del rogito, avvenuto a Mestre presso lo studio del notaio Francesco Candiani.
«Abbiamo raggiunto un obiettivo che solo pochi anni fa era insperato. È una grande soddisfazione e un auspicio per una ripresa rapida, specie in un momento difficile per tutto il Paese come questo», dicono il presidente di Raviplast, Alessandro Micelli, e l’Amministratore Delegato, Carlo Occhiali. «Il nostro ringraziamento va a tutta la Città. In particolare questo risultato non sarebbe stato possibile senza il sostegno delle amministrazioni comunali di Ravenna, che in tutti questi anni si sono impegnate per mantenere i vincoli di destinazione produttiva sull’area, e delle Centrali Cooperative, che ci hanno supportato concretamente fin dall’inizio dell’attività»