Sabato 6 febbraio alle 18.00, nella chiesa di San Giuseppe Operaio di viale Mattei, sarà ricordato, durante la Messa vespertina, Antonio Lontani.
«Se n’era andato all’improvviso, come oggi troppo spesso succede, entrando immuni e pienamente in forze in un ospedale, per esserne contagiati e finirvi a pezzi, a debita distanza dai propri familiari sgomenti» ha commentato Alvaro Ancisi.
«Se n’è andato in silenzio, tanto che gli amici, tra cui il sottoscritto per una vita, hanno voluto che, in occasione del trigesimo della morte, fosse salutato nella chiesa del “suo” Villaggio Anic
Per la nostra città, Antonio non è stato però da poco, a partire da quando, lavorando “all’Anic”, si è messo subito al servizio di quella classe operaia, cresciuta sotto i fumi del petrolchimico, militando nel sindacato Flerica, in cui assunse via via ruoli impegnativi di responsabilità, dall’esecutivo del consiglio di fabbrica alla carica di segretario regionale. Poste al centro delle sue battaglie la salute dei lavoratori e la tutela dell’ambiente, fu tra i primi a mettere sul tavolo delle rivendicazioni sindacali gli studi che già attestavano gli effetti tumorali di alcune sostanze presenti nei cicli di lavorazione del petrolchimico, come il CVM e il MTBE, chiamando a sostegno esperti di alto livello della cancerologia quali i professori Cesare Maltoni e Vittorio Prodi.
Fin da giovane, coltivava tuttavia un vivo interesse per la politica, ispirato dalla profonda amicizia che lo legava a Benigno Zaccagnini. Segretario dunque, né potevano essere altri, della sezione DC Giovanni Marcora presso il petrolchimico, ne fu spinto a candidarsi come consigliere comunale di Ravenna per il mandato tra il 1988 e il 1993, risultando eletto. Finita la DC, si è ritirato dalla vita politica attiva, continuando pur sempre a perseguire l’ideale del cristianesimo sociale.
In campo sociale, l’impegno di Antonio non è in vero mai mancato, in particolare sul luogo di lavoro. Insieme ad alcuni amici ex dipendenti del petrolchimico fondò la cooperativa Village allo scopo che i 460 appartamenti del Villaggio Anic costruito dall’ENI a beneficio del personale impiegato nel proprio stabilimento, fossero assegnati ad un prezzo sociale, una volta posti in vendita dall’ente stesso, ai loro stessi occupanti. Grazie all’intervento richiesto all’allora senatore Zaccagnini, l’operazione andò in porto quando la SNAM, società immobiliare incaricata dall’ENI di compiere l’operazione, decise di vendere l’intero complesso edilizio alla cooperativa Village, e questa “distribuì” poi equamente i singoli appartamenti alle famiglie che lo abitavano. Il successo dell’operazione fu accolto con soddisfazione dall’amministrazione comunale senza distinzioni di parte. La firma del contratto fu benedetta dall’allora sindaco Vidmer Mercatali.
In tutta la sua attività imprenditoriale, Antonio è stato accompagnato, in funzione di“commercialista” puntuale e preparata, segretaria inseparabile, da Giovanna Baroni, che l’ha preceduto in questo ultimo viaggio, con suo grande strazio, giusto un anno fa. Sabato prossimo li ritroveremo e abbracceremo, di nuovo insieme e sorridenti, nella chiesa del loro villaggio».