“Il porto di Ravenna presenta grandi opportunità legate agli investimenti, tra cui 250 milioni di euro del progetto hub, e alle capacità di ampliamento che altri porti in Italia non possono vantare; ha bisogno di essere rilanciato e diventare più competitivo senza esasperate conflittualità con gli altri scali e puntando alla crescita di tutti i settori e ai più alti livelli”. Sono parole del vicesindaco Eugenio Fusignani che, all’indomani del consiglio comunale convocato sull’hub portuale, esprime le proprie riflessioni sulle prospettive di sviluppo del porto di Ravenna.
“Il 2019 – continua Fusignani – si è chiuso con una sostanziale tenuta. Ma se la tenuta da un lato è positiva dall’altra è una mancata crescita. Noi vogliamo crescere. Così anche i contenitori che con circa 220.000 teus movimentati sono sostanzialmente in linea con il risultato dell’anno precedente. Il progetto dell’hub portuale, che si svilupperà con i lavori di approfondimento dei fondali, il relativo adeguamento delle banchine e la realizzazione del nuovo terminal container in penisola Trattaroli, rappresenta la condizione essenziale per fare finalmente di Ravenna una realtà maggiormente competitiva con i porti dell’Adriatico e del Tirreno. Il progetto consentirà una crescita di volumi già nella prima fase dei lavori; oggi le navi hanno cambiato rotazione a causa dei limiti di pescaggio che ne riducono sensibilmente la capacità di carico, penalizzando Ravenna a favore di altri porti adriatici”.
“Le navi, infatti, sempre più spesso devono essere dirottate presso tali scali per essere alleggerite prima di poter entrare nel nostro canale, con evidente perdita di competitività e appeal. Ovvio che senza l’approfondimento non faranno più scalo nel nostro porto. Siamo chiamati a decidere se vogliamo garantire un futuro alle nuove generazioni, ai nostri figli, e, sotto l’aspetto occupazionale, è noto che la ricaduta del traffico container abbia un’incidenza di almeno 4 volte superiore a quella di qualsiasi altra merceologia”.
“Possiamo infatti facilmente comprendere che il settore container sviluppa una serie di attività e un ciclo di lavorazione sul singolo pezzo in cui vengono coinvolte rispettivamente maestranze, oltre che dei terminal marittimi, anche dei servizi tecnico-nautici (piloti, rimorchiatori ed ormeggiatori), della compagnia portuale, gli spedizionieri marittimi e doganali, le agenzie marittime, le società di autotrasporto, le aziende che gestiscono il traffico ferroviario, società di servizi, nonché di riempimento e svuotamento dei container, officine di riparazione”.
“Nella nostra realtà portuale, un nuovo terminal costituisce un volano di sviluppo ulteriore per tutto l’hinterland economico di Ravenna e fonte di ricchezza per la nostra economia. Tutto senza aprire contenziosi tra settori merceologici perché rafforzare il settore dei container non significa penalizzare quello delle rinfuse di cui il nostro scalo è leader. C’è crescita solo se si cresce in tutto oppure non è crescita. E si cresce solo se si alza l’asticella delle prospettive, come il progetto fa. Perchè il gioco comporta l’esserci alle condizioni massime oppure il rischio non è quello di crescere poco, ma di sparire dalla competizione.
Se consideriamo gli impegni che il bando “nuovo hub” contiene a partire dall’escavo per portare i fondali a -12,50, senza abbandonare i -14,50 metri come risultato finale, pensare nel medio periodo (5-8 anni) di raddoppiare la movimentazione per raggiungere i 500.000 teus, non è quindi sognare bensì raggiungere quella dimensione di scalo rivolta ai container che può competere su un mercato già oggi difficile.
Naturalmente tutto il sistema infrastrutturale dei collegamenti stradali e ferroviari necessita di opere importanti che agevolino il trasporto verso il nord Europa e tutta l’Italia.
A conclusione di queste valutazioni, è bene sottolineare che il porto avanza se vi è una mentalità diffusa di unire le forze, anche in consiglio comunale, e di valorizzare le specificità affinché le diverse opportunità di business concorrano tutte al successo e alla ricchezza del nostro territorio”.