Una città poetica, colta, intrisa di sentimento; una città che, grazie a un intreccio fortunato di tessuto culturale e personalità artistiche, tenne a battesimo la canzone in lingua napoletana; una città che Eduardo De Crescenzo impersona con voce e fisarmonica, in dialogo con il pianoforte di Julian Oliver Mazzariello. Con Avvenne a Napoli – in programma giovedì 7 luglio, alle 21.30 all’Arena dello Stadio dei Pini – continua Il Trebbo in musica di Ravenna Festival, la rassegna di parole e note creata ad hoc per Cervia-Milano Marittima, un itinerario sotto le stelle, in collaborazione con il Comune di Cervia e con il contributo della Cooperativa Bagnini, che non poteva non fare tappa idealmente anche a Napoli, città musicale e di mare per eccellenza. Con l’introduzione all’ascolto di Federico Vacalebre, De Crescenzo, cresciuto tra jazz e canzone d’autore, ci invita a riscoprire in tutta la sua insuperata modernità quel repertorio napoletano nato a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Avvenne a Napoli è uno spettacolo che è anche un po’ una macchina del tempo, destinata a trasportarci in un mondo artistico che seppe mettere in versi e musica la bellezza della città e la sua ricchezza umana. Un bluesman e un jazzista omettono una parte importante del loro bagaglio espressivo per guidarci in punta di piedi nei salotti colti ottocenteschi dove un cantante e un pianista presentavano queste canzoni; brani che da quei salotti avrebbero poi raggiunto il popolo, di fatto inventando la “forma canzone” così come la conosciamo oggi. Quello di Avvenne a Napoli. Passione per voce e piano è quindi anche un lavoro di ricerca per ricostruire il “suono perduto” che doveva avere quella musica quando fu scritta dai suoi autori, prima che si stratificassero mille rifacimenti e fraintesi stilistici, sociali, culturali.
Un patrimonio che, come Eduardo De Crescenzo ha raccontato a Federico Vacalebre, “mi appartiene, certo, per cultura, sangue, dna, come appartiene a tutti noi che ci siamo cresciuti dentro. Ma non avevo mai pensato di cantarla sino a quando non ho sentito in un club la Accarezzame di Julian Oliver Mazzariello, con cui suonavo in Essenze Jazz. La sua rilettura mi ha spinto a questo concerto con lui, che ha un tocco internazionale, e al tempo stesso comunica un’emozione verace. (…) Mi riprendo parole e musiche che hanno attraversato la giovinezza dei nostri genitori, educato e infiammato i loro amori, confortato la loro adolescenza straziata dalla guerra. Le nostre mamme le cantavano mentre ci cullavano o per consolarci dopo un pianto disperato. Io vorrei presentarle ai giovani, poi decideranno loro che farne”.
Il percorso dello spettacolo parte dalle radici con Fenesta vascia e raggiunge Luna rossa, testo scritto nel 1950 da Vincenzo De Crescenzo, zio di Eduardo, in un’epoca in cui, con lo sbarco degli americani, era arrivato in Italia anche il jazz. Ma si focalizza soprattutto sulla magnifica età dell’oro in cui la canzone napoletana si impose nel mondo per merito di poeti e compositori di straordinaria qualità: Di Giacomo, Ferdinando Russo, Tosti, Costa…
Cantante e interprete, ma anche musicista e compositore, Eduardo De Crescenzo ha affrontato per la prima volta la canzone napoletana classica con Avvenne a Napoli, al traguardo dei settant’anni e a quaranta dalla canzone Ancora, il successo che lo ha imposto al grande pubblico. Al suo fianco, Julian Oliver Mazzariello regala al repertorio un accompagnamento fedele allo spirito dello spartito originale, eurocentrista, come lo fu la Napoli di quel tempo ormai lontano. Introduce all’ascolto Federico Vacalebre, giornalista, critico musicale, autore cinematografico e teatrale, napoletano; guida fra gli umori musicali, culturali, ma anche storici, politici e sociali che determinarono la gloria e la caduta di un fenomeno artistico che ancora identifica, insieme con l’opera lirica, la musica italiana nel mondo.
Sabato 9 luglio, Il Trebbo in musica continua con Il duce delinquente: Aldo Cazzullo racconta gli eventi che avrebbero segnato per sempre la storia del nostro Paese, in compagnia di Moni Ovadia, a cui sono affidati i testi di Mussolini e delle sue vittime, e Giovanna Famulari, che tesse la trama sonora a partire da musiche e canzoni d’epoca.