Pierluigi Battista dialoga con Matteo Cavezzali su “Libri al rogo. La cultura e la guerra all’intolleranza” (La Nave di Teseo) mercoledì 11 dicembre alle 18 alla Biblioteca Classense per l’ultimo appuntamento dell’anno de Il Tempo Ritrovato, che ritornerà da gennaio ogni mercoledì.
«Da qualche anno a questa parte, nell’Occidente democratico i roghi dei libri, i falò delle opere d’arte, hanno ripreso ad ardere con una certa intensità. Se stentiamo a percepire l’odore di bruciato è perché ora il rogo dei libri si chiama censura.»
I libri hanno sempre fatto paura, perché le loro pagine possono diffondere il seme della conoscenza, della scoperta, di una pericolosa libertà. Lo stesso è accaduto con quadri, canzoni, film e spettacoli teatrali capaci di conquistare l’emozione del pubblico con la stessa intensità con cui hanno attirato l’avversione di chi ne contestava i princìpi. Dittatori e benpensanti si sono accaniti contro le opere accusate di turbare l’ordine costituito, impedendone la diffusione e perseguitando gli autori.
Negli ultimi decenni, ai roghi in piazza si è sostituita una pratica solo apparentemente meno feroce: una censura sottile eppure implacabile, ispirata ai più nobili motivi ma che rischia di sconfinare nel fanatismo più intollerante. Nel suo nome si mettono all’indice registi e scrittori, si coprono dipinti e si alterano i classici che offendono la sensibilità contemporanea.