Due appuntamenti di fuoco per il festival “Rossini Open” quelli di lunedì 21 e martedì 22 novembre, al Teatro Rossini di Lugo, sempre con inizio alle 20.30: si esibiranno due fra i più conosciuti musicisti italiani, grandi virtuosi del proprio strumento e ormai personaggi popolarissimi. Lunedì 21 sarà il celebre violoncellista palermitano Giovanni Sollima ad esibirsi nella triplice veste di violoncellista, compositore e direttore alla testa dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, in musiche di Ciandelli, Sollima e Haydn. Martedì 22 sarà poi la volta della pianista salentina Beatrice Rana, universalmente considerata come la pianista italiana più attiva e famosa nel mondo, la quale si esibirà in musiche di Scriabin, Chopin e Beethoven.
Lunedì 21 novembre alle 20.30 sarà l’incontenibile talento di Giovanni Sollima, animatore fra le tante cose, dei 100 Cellos e docente di violoncello all’Accademia di Santa Cecilia, ad attrarre l’attenzione sul palco del Teatro Rossini, soprattutto quando farà sfoggio del suo virtuosismo strumentale nel celebre Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in re maggiore Hob VIIb: 2 di Franz Joseph Haydn, composto nel 1783 destinato al primo violoncello dell’orchestra del principe Esterhàzy (di cui Haydn era direttore) il boemo Antonin Kraft uno strumentista dalle qualità eccezionali.
Prima di questo concerto di Haydn, il pubblico potrà ascoltare il brano Fecit Neap 17 per violoncello, archi e continuo, composto dallo stesso Giovanni Sollima nel 2017, brano che “conduce alla città di Napoli, ispirandosi alla sua tradizione musicale settecentesca, sia nel titolo che riprende le etichette predisposte dai liutai per i loro strumenti, sia nel richiamo allo stile compositivo” (Susanna Venturi).
In apertura di programma invece Giovanni Sollima sarà interprete di un rarissimo Concerto per violoncello e orchestra del poco conosciuto compositore napoletano Gaetano Ciandelli (1801-1856), tuttora al centro di un piccolo “giallo” musicologico: «Perché – spiega lo stesso Sollima – tra la fine del ‘700 e i primi decenni dell’‘800, a Napoli i Gaetano Ciandelli sono due, Senior e Junior, forse nonno e nipote, entrambi violoncellisti. E se il più giovane sembra essere stato l’allievo prediletto di Niccolò Paganini, che nel 1829 lo avrebbe definito “artista di gran calibro”, questo Concerto potrebbe essere invece opera del primo. Ero da anni sulle tracce di questa partitura quando grazie al lavoro della musicologa Enrica Donisi ne ho scoperto il manoscritto nel Fondo Noseda al Conservatorio di Milano, ma per risolvere il “giallo” dell’attribuzione dovrò approfondire la ricerca su altri manoscritti». Intanto, sicura è la paternità delle cadenze, composte dallo stesso Sollima, in questo Concerto come in quello di Haydn.
INFO: 0545 38542, info@teatrorossini.it, www.teatrorossini.it
UN GIALLO NAPOLETANO di Susanna Venturi
Con una curiosità che lo spinge a esplorare sempre nuove frontiere, Giovanni Sollima trasforma ogni concerto in un’impetuosa esperienza artistica, maneggiando il suo violoncello con l’audacia temeraria e l’intima confidenza che si confanno a un compagno fidato, ma anche con il rispetto rigoroso che va riconosciuto a una persona di riguardo… indagando il grande repertorio, come suonando le proprie composizioni, o sperimentando e attingendo dai più diversi linguaggi per spericolate improvvisazioni. Con una disinvoltura che neutralizza ogni convenzionale confine di genere.
Questa sera, nella doppia veste di solista e concertatore sceglie un percorso che lo porta all’origine della gloriosa scuola violoncellistica napoletana, in quella capitale della cultura e della musica ove ritrova anche qualche antica traccia familiare – stirpe di musicisti i Sollima, tra tutti il padre, Eliodoro, suo primo maestro. Dunque, il programma si dipana dallo sconosciuto Concerto per violoncello di Gaetano Ciandelli, al brano Fecit Neap 17 dello stesso Sollima, fino al Concerto n. 2 per violoncello e orchestra in re maggiore di Franz Joseph Haydn.
Se l’approdo haydniano è più che mai celebre – il secondo dei soli due Concerti riservati da Haydn a questo strumento, composto nel 1783 e destinato agli interpreti dell’orchestra degli Esterhàzy -, l’opera che apre la serata è una assoluta novità. E in parte ancora un “giallo”. «Perché – come spiega lo stesso Sollima – tra la fine del ‘700 e i primi decenni dell’‘800, a Napoli i Gaetano Ciandelli sono due, Senior e Junior, forse nonno e nipote, entrambi violoncellisti. E se il più giovane sembra essere stato l’allievo prediletto di Niccolò Paganini, che nel 1829 lo avrebbe definito “artista di gran calibro”, questo Concerto potrebbe essere invece opera del primo. Ero da anni sulle tracce di questa partitura quando grazie al lavoro della musicologa Enrica Donisi ne ho scoperto il manoscritto nel Fondo Noseda al Conservatorio di Milano, ma per risolvere il “giallo” dell’attribuzione dovrò approfondire la ricerca su altri manoscritti». Intanto, sicura è la paternità delle cadenze, composte dallo stesso Sollima, in questo Concerto come in quello di Haydn. Infine, anche Fecit Neap 17 conduce alla città di Napoli, ispirandosi alla sua tradizione musicale settecentesca, sia nel titolo che riprende le etichette predisposte dai liutai per i loro strumenti, sia nel richiamo allo stile compositivo.i
Biografie degli artisti
Giovanni Sollima
È un violoncellista di fama internazionale e il compositore italiano vivente più eseguito nel mondo. Collabora con artisti del calibro di Riccardo Muti, Yo-Yo Ma, Ivan Fischer, Viktoria Mullova, Ruggero Raimondi, Mario Brunello, Kathryn Stott, Giuseppe Andaloro, Yuri Bashmet, Katia e Marielle Labèque, Giovanni Antonini, Ottavio Dantone, Patti Smith, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Elisa, Antonio Albanese. Si è esibito con orchestre tra cui Chicago Symphony Orchestra, Manchester Camerata, Liverpool Philharmonic (di cui è stato Artist in residence nel 2015), Royal Concertgebouw Orchestra, Moscow Soloists, Berlin Konzerthausorchester, Australian Chamber Orchestra, Il Giardino Armonico, Cappella Neapolitana, Accademia Bizantina, Holland Baroque Society, Budapest Festival Orchestra.
Per il cinema, il teatro, la televisione e la danza, ha scritto e interpretato musica per Peter Greenaway, John Turturro, Bob Wilson, Carlos Saura, Marco Tullio Giordana, Alessandro Baricco, Peter Stein, Lasse Gjertsen, Anatolij Vasiliev, Karole Armitage e Carolyn Carlson.
Si è esibito in alcune delle più importanti sale e istituzioni di tutto il mondo, tra cui Alice Tully Hall, Knitting Factory, Carnegie Hall, Wigmore Hall, Queen Elizabeth Hall a Londra, Salle Gaveau a Parigi, Teatro alla Scala, Ravenna Festival, Opera House di Sidney, Suntory Hall a Tokyo. Dal 2010 insegna presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, dove è stato insignito del titolo di Accademico e nel 2012 ha fondato, insieme a Enrico Melozzi, i 100 Cellos.
Nel 2015 ha creato a Milano il “logo sonoro” di Expo e inaugurato il nuovo spazio museale della Pietà Rondanini di Michelangelo.
Nel campo della composizione, esplora generi diversi avvalendosi di strumenti antichi, orientali, elettrici e di sua invenzione, suonando anche in luoghi singolari come nel Deserto del Sahara o sott’acqua e con un violoncello di ghiaccio.
La sua discografia si è aperta nel 1998 con un cd commissionato da Philip Glass per la sua etichetta Point Music al quale sono seguiti undici album per Sony, Egea e Decca. Ha riportato alla luce il violoncellista e compositore del Settecento, Giovanni Battista Costanzi, di cui ha inciso nel corso degli ultimi due anni le Sonate e Sinfonie per violoncello e basso continuo per l’etichetta spagnola Glossa. Nell’ottobre 2018, alla Cello Biennale di Amsterdam, ha ricevuto il prestigiosissimo riconoscimento Anner Bijlsma Award.
Suona un violoncello Francesco Ruggeri (Cremona, 1679).
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Fondata da Riccardo Muti nel 2004, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini ha assunto il nome di uno dei massimi compositori italiani di tutti i tempi attivo in ambito europeo per sottolineare, insieme a una forte identità nazionale, una visione europea della musica e della cultura.
Strumento privilegiato di congiunzione tra il mondo accademico e l’attività professionale l’orchestra è formata da giovani strumentisti, tutti sotto i trent’anni e provenienti da ogni regione italiana, selezionati attraverso centinaia di audizioni per un percorso triennale, terminato il quale molti di loro hanno l’opportunità di trovare una propria collocazione nelle migliori orchestre.
In questi anni l’Orchestra si è cimentata con un repertorio che spazia dal Barocco al Novecento alternando ai concerti in moltissime città italiane importanti tournée in Europa e nel mondo nel corso delle quali è stata protagonista, tra gli altri, nei teatri di Vienna, Parigi, Mosca, Salisburgo, Colonia, San Pietroburgo, Madrid, Barcellona, Lugano, Muscat, Abu Dhabi, Buenos Aires e Tokyo.
A Salisburgo, dopo esser stata protagonista per un quinquennio del Festival di Pentecoste con il progetto sulla Scuola Napoletana, l’Orchestra è tornata nel 2015, debuttando al più prestigioso Festival estivo, con Ernani. Sul podio sempre Riccardo Muti, che l’aveva guidata anche nel concerto tenuto al Musikverein di Vienna, nel 2008, pochi mesi prima che alla Cherubini venisse assegnato il Premio Abbiati quale miglior iniziativa musicale per “i notevoli risultati che ne hanno fatto un organico di eccellenza riconosciuto in Italia e all’estero”.
All’intensa attività con il suo fondatore, la Cherubini ha affiancato moltissime collaborazioni con artisti quali Claudio Abbado, Michele Campanella, James Conlon, Dennis Russell Davies, Gérard Depardieu, Kevin Farrell, Valery Gergiev, Herbie Hancock, Leonidas Kavakos, Lang Lang, Ute Lemper, Alexander Lonquich, Wayne Marshall, Kurt Masur, Anne-Sophie Mutter, Kent Nagano, Krzysztof Penderecki, Vadim Repin, Giovanni Sollima, Gidon Kremer, Yuri Temirkanov, Alexander Toradze e Pinchas Zukerman.
Il legame con il suo fondatore l’ha portata a prender parte all’Italian Opera Academy per giovani direttori e maestri collaboratori, creata dal Maestro nel 2015: dopo essersi misurata con Falstaff nella prima edizione, negli anni successivi l’attenzione si è concentrata su Traviata, Aida, Macbeth, Le nozze di Figaro, Cavalleria rusticana, Pagliacci e Nabucco.
Al Ravenna Festival, dove ogni anno si rinnova l’intensa esperienza della residenza estiva, la Cherubini è regolarmente impegnata in nuove produzioni e concerti, nonché, dal 2010, nel progetto “Le vie dell’amicizia” che l’ha vista esibirsi, tra le altre mete, a Nairobi, Tokyo, Teheran, Kiev, Atene, Erevan e, nel 2022, a Lourdes e Loreto.