Tornano le polemiche a Brisighella per la Commemorazione dei Defunti e in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Nel calendario di eventi di domenica dell’amministrazione comunale sono infatti previsti diversi appuntamenti: commemorazione al Monumento ai Caduti, a Fognano; commemorazione al Monumento ai Caduti nel Parco delle Rimembranze, a Brisighella e la commemorazione alla tomba di Don Antonio Lanzoni, cimitero San Rufillo.
L’Amministrazione Comunale quest’anno ha deciso di rendere onore a Don Antonio Lanzoni , parroco di Montecchio, fucilato a Bologna dalle SS tedesche, a cui era stato consegnato dai fascisti, il 16 ottobre 1944 e la cui salma fu trasferita al cimitero di San Rufillo, dopo un solenne ufficio funebre nella Cattedrale di Faenza, il 29 novembre del 1945.
A scatenare però le polemiche è un’altra commemorazione, in programma alle 11, la Commemorazione alla Cappella degli Alpini della famiglia Broggi, nel cimitero di Brisighella dove, oltre al sottotenente Paolo Carlo Broggi, sono sepolti altri 16 caduti alpini della Divisione Monterosa della Repubblica di Salò
La stessa scelta effettuata in sostanza l’anno scorso, quando Brisighella finì nelle cronache nazionali proprio a causa delle polemiche successive alla commemorazione alla Cappella Broggi.
Quest’anno le polemiche sono già iniziate. A protestare contro le scelte dell’amministrazione Pederzoli sono il Circolo Pd di Brisighella, il gruppo consiliare Insieme per Brisighella, l’Anpi di Brisighella e Articolo 1:
“Vogliamo denunciare e far riflettere la popolazione su diversi motivi di inopportunità di queste iniziative dell’Amministrazione” scrivono insieme le associazioni e i partiti.
“È sbagliato accostare al ricordo dei caduti di Salò il ricordo di un martire, don Antonio Lanzoni, ucciso proprio dai nazifascisti. Va condannato e sconfitto il tentativo ricorrente nel nostro Paesi di riabilitare, o mettere sullo stesso piano, fascismo e antifascismo. È sbagliato persistere in queste iniziative che dividono, specie nella giornata dei defunti, soprattutto oggi a fronte di questa emergenza sanitaria ed economica, dove è più che mai necessario sforzarci tutti, pur nella diversità dei ruoli, di tenere unita la comunità. Nessuno ne uscirà da solo, lo potremo fare solo insieme con comprensione, aiuto reciproco e solidarietà. In primis questo compito spetta alle istituzioni pubbliche”
Dal canto suo, l’Amministrazione ha risposto alle critiche con un post sulla pagina Facebook del Comune dove spiega che: «La cerimonia ha anche lo scopo di ricordare i tanti preti ammazzati durante la seconda guerra mondiale perché il loro contributo di sangue fu altissimo. Alberto Bobbio, nell’articolo riportato dalla professoressa Missiroli nel suo libro, scrive : “ Su 729 preti uccisi, 422 morirono prima dell’8 settembre…Durante la Resistenza morirono 191 sacerdoti di cui 158 trucidati dai nazisti e 33 dai fascisti di Salò. Le vittime dei comunisti furono invece 108: 53 caduti durante la Resistenza , 14 immediatamente prima del 25 aprile e 41 dopo. Sette sacerdoti furono ammazzati nel 1946, uno nel 1947 e uno addirittura nel 1951. …Poi ci sono i sacerdoti morti in prigionia e nei campi di concentramento, che sono 49, e 30 dispersi. …..Le regioni più colpite sono l’Emilia-Romagna e la Toscana…”
Ricordare oggi questi sacerdoti significa anche riaffermare quei valori che non sono solo religiosi, ma universali: i valori della pace e dell’amore, per affidarli ai giovani affinchè ne siano convinti testimoni».