“Lo sforzo che le istituzioni stanno conducendo in queste settimane di emergenza sanitaria non deve spegnersi una volta superata la fase più critica del Coronavirus. La nostra idea è quella di mantenere alta l’attenzione sul lavoro e investire sul sistema a partire da un piano straordinario di assunzioni nel personale medico, infermieristico e oss e da ogni azione utile a garantire la sicurezza degli operatori anche attraverso interventi infrastrutturali: ampliare i padiglioni, rafforzare accoglienza, foresteria, pronto soccorso e ambulatori”:
questa la proposta lanciata da Filippo Lo Giudice, segretario Ugl di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna.
Il sindacato da tempo chiede un “piano di assunzioni straordinarie” necessario a controbilanciare gli effetti di un sistema, quello sanitario regionale, che per molti anni ha visto smantellare piccoli ospedali e tagliare i posti letto: da 16.000 a poco più di 13.000 in 10 anni in Emilia-Romagna.
“La Ausl Romagna pesa 2,1 miliardi di euro degli 11 miliardi di euro destinati alla sanità nel bilancio regionale e nonostante questo abbiamo assistito prima dell’emergenza da Covid19: alla migrazione degli utenti dalle periferie agli ospedali di città, a causa dei tagli ai servizi con conseguente intasamento e allungamento dei tempi per gli interventi chirurgici, gli accessi ai pronto soccorso e gli esami specialistici. Ed oggi con il problema del Coronavirus siamo arrivati al paradosso che s’è visto il reclutamento, anche nella nostra regione, di medici e infermieri già andati in pensione, a fronte di scelte politiche (il numero chiuso all’università di medicina, le assunzioni bloccate o il mancato rinnovo dei contratti, la formazione dei nuovi dottori ai minimi termini penalizzanti per la categoria”: spiega ancora Filippo Lo Giudice.
Il parere dell’Ugl è che questa crisi sanitaria: “abbia messo a nudo le criticità del sistema, che pure ha retto all’onda d’urto della pandemia. E, dopo aver dato atto dell’abnegazione, in certi casi dell’eroismo di medici e personale, in questa contingenza, diciamo che non è più sopportabile un approccio politico alla tematica che includa: disinvestimenti, carenza numerica di figure professionali, precarietà nei rapporti di lavoro, esternalizzazioni o indebolimento della rete dei servizi sanitari o delle strutture di ricerca pubbliche. E’ necessario anche in futuro mantenere alta la capacità di risposta e la qualità dei servizi ai cittadini e dunque chiediamo un Piano straordinario di assunzioni e investimenti da parte dell’Ausl Romagna”.
Per i sindacati “è necessario dunque avviare da subito un programma di nuove assunzioni. Nel 2025 mancheranno 600 medici in Emilia Romagna e reparti come i pronto soccorso, medicina interna o cardiologia soffriranno moltissimo per la mancanza di personale. Chiediamo che superata la fase emergenziale da Covid-19 ci si ritrovi per discutere anche se scala provinciale di un programma di riallineamento tra le necessità della medicina generale e la rete ospedaliera e dei servizi sanitari, per evitare che a subirne il contraccolpo sia, oltre che il personale in servizio chiamato a turni a volte insostenibili, pur in presenza di un alto numero di medici precari, sia il cittadino/utente che è il soggetto a cui si dovrebbero dedicare – anche per diritto costituzionale – tutte le attenzioni e tutte le risorse”: conclude il segretario dell’ Ugl di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna, Filippo Lo Giudice.