Il Sindacato Infermieristico NurSind, dopo le segnalazioni inviate all’Azienda nel corso di questi anni, si interroga sulla situazione della sanità in Provincia di Ravenna.
Per voce del Segretario Territoriale di Ravenna Luca Fusaroli, si pone l’accento su una serie di problemi evidenziatisi alle quali l’Azienda della Romagna a tutt’oggi non ha ancora dato risposta.
“Servizio di Automedicalizzata: priva del personale infermieristico diversamente presente in tutto il restante territorio dell’Ausl Romagna (province di Forlì, Cesena e Rimini). Di questo problema negli ultimi anni è stato investito anche l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ravenna, senza ricevere alcun riscontro. Questo Sindacato si chiede per quale motivo la cittadinanza ravennate deve essere privata e penalizzata su tale mezzo che dovrebbe garantire la massima risposta assistenziale in emergenza urgenza sul territorio, dalla mancanza di un infermiere adeguatamente formato dalla Regione Emilia Romagna sui protocolli Infermieristici Avanzanti, così come invece previsto dal D.M. 70 del 2 aprile 2015. L’ultimo episodio accaduto nel territorio faentino a dicembre u.s., allorquando l’automedica è intervenuta su una emergenza pediatrica e il medico ha dovuto gestire il soccorso con il solo autista, non essendo disponibili ambulanze con infermiere nell’immediato.
Carenze organiche: verosimilmente provocate dal prolungato blocco delle assunzioni, ma ad oggi superabili grazie al Concorso che nel 2019 ha individuato 3282 candidati infermieri idonei all’assunzione. L’Azienda non può continuare a sostenere l’adeguatezza delle piante organiche quando nei fatti richiama continuamente i dipendenti in servizio o li costringe a prolungare il turno oltre l’orario. Un corretta gestione del personale deve tenere conto degli indici di sostituzione, per garantire al personale adeguati tempi di recupero e una corretta gestione dell’alternanza famiglia/lavoro. La situazione è critica da mesi e in questo periodo dell’anno va a coincidere col picco influenzale che nonostante il piano previsto dall’Azienda, va ad aumentare i carichi di lavoro” così evidenzia NurSind Ravenna.
“In assenza di una adeguata politica del personale da parte dell’Azienda, questo sindacato non può che rimarcare le conseguenze sugli operatori in termini di stress lavoro correlato, aumento del rischio clinico con potenziali ricadute sulla qualità dell’assistenza ai cittadini. Un esempio per tutti: nonostante gli sforzi del coordinamento 118, il 25 dicembre u.s. la cittadinanza ravennate è stata privata della dotazione standard prevista per i mezzi di soccorso, causa l’impossibilità a reperire un infermiere per la copertura del turno. Analoga situazione si è verificata il giorno 26 in cui un unico infermiere si alternava su 2 postazioni di lavoro diverse (elisoccorso e centrale operativa 118)”.
“Aggressioni al personale sanitario: nonostante le numerose segnalazioni di questo sindacato sia a livello locale che regionale negli ultimi anni scaturite da diversi episodi, le Aziende non hanno ancora provveduto ad individuare soluzioni. Riteniamo non più prorogabile la gestione la tutela della sicurezza degli operatori e dei cittadini contemporaneamente presenti nei luoghi dell’assistenza, che deve necessariamente prevedere percorsi specifici e dedicati non solo clinici, ma anche logistici ed organizzativi, con particolare riguardo a pazienti noti per patologie legate all’uso di sostanze o della sfera psichiatrica” conclude NurSind Ravenna.