Il senso dell’arte tra emozione e appartenenza è la nuova mostra antologica di pittura che sarà ospitata al Convento dell’Osservanza, dal 20 settembre all’11 ottobre 2020. Si tratta di un’esposizione di una serie di lavori di Luigi Bassetti.
La mostra sarà inaugurata domenica 20, alle ore 17, dall’intervento del curatore, il collezionista Pier Luigi Gentilini.
“Conosco e seguo da tempo il mio conterraneo Luigi Bassetti – spiega Gentilini, raccontando di incontri, scontri e confidenza paesana – La sua pittura, le sue evoluzioni, le sue contraddizioni, le sue ossessioni, le abbiamo discusse spesso davanti a un buon bicchiere. E tutto termina quasi sempre con quel “Tanto io, dipingo per me stesso” che è duro da buttar giù. Ma che ogni volta, segna un passo avanti, verso quell’idea di arte che riconcilia, portando consapevolezza”.
“Passaggi” parte proprio dalla torre d’avorio che ciascun artista crea e dentro la quale costruisce il suo universo”. Nel caso di Bassetti, una torre trasparente, che “lascia vedere pienamente, e a volte persino invita, a fare parte di quel mondo, di quelle sue-nostre: fragilità. Paradossi, paure, insicurezze; in una ricerca di forma ed equilibrio, con un dosaggio sapiente del colore e dell’uso della materia”.
La mostra, sviluppa un percorso che interessa l’intero Convento, rivendicando nel dialogo con le radici, quella contemporaneità che non è solo linguaggio formale, pittorico, ma voce interiore. Un’antologica che conduce, opera dopo opera, agli ultimi nati, i “pittogrammi”, dipinti la cui chiave è affidata al numero: “Stilemi – anticipa il curatore – riconducibili a una forma espressiva che attraversa forme accennanti ad altre poetiche, fra tutte la poetica del muro di novelliana memoria; e col valore non solo simbolico che ha avuto il “muro” nella cultura del Novecento, letta e reinterpretata in una forma nuova”.
Qualcosa che riporta anche ai pitagorici, all’archè, dove “tutto è fatto di numeri, di rapporti, che se sono armonici portano vita, se non lo sono portano dolore e morte”. O ancora, alla successione numerica di Fibonacci e al rapporto che c’è fra numero e natura, fino al numero aureo. “Forse giocando, forse giocandoci – conclude Gentilini – Bassetti ci ha portato a una lettura molto più semplificata e per questo apribile ad altre valenze, riconducibili a loro volta a simboli, a momenti, quasi enumerando in una lista l’emozionalità e il senso del suo fare arte”.
Luigi Bassetti, nasce l’11 novembre 1946 a Tredozio (FC). Fin dalla giovanissima età scopre la sua spiccata passione per la pittura. Frequenta gli studi di artisti tredoziesi, Francesco Gurioli e Pino Tomba dai quali mutua la conoscenza dell’uso del colore e del disegno. Autodidatta, è un profondo conoscitore dei movimenti artistici dell’arte contemporanea italiana e internazionale. La prima mostra risale agli anni ’80. Da allora ha esposto in sedi istituzionali e museali. Fra le altre, ricordiamo le ripetute presenze alla Fondazione di Cà la Gironda; le mostre al Monastero SS.Annunziata Tredozio, al Palazzo Esposizioni di Faenza e per l’estero quella al Hofbieber-kleivsassen in Germania.
Di lui hanno scritto, fra gli altri: Giorgio Celli, Enzo Dall’Ara, Davide Argnani,
Francesco Martani, Pier Luigi Gentilini, Rosanna Ricci, Odette Gelosi, Vittorio
Spampinato, la rivista “Confini” e testate locali e nazionali.
“PASSAGGI”, aperta: mercoledì, giovedì, venerdì dalle 16.30 alle 19.30;
sabato e domenica 10.30 – 12.30, 16.30 – 19. 30