Arrestato su mandato di arresto internazionale con richiesta di estradizione della Turchia, è stato scarcerato dalla Corte di appello di Bologna, con una misura cautelare di obbligo di dimora nel Comune di Rimini e divieto di uscire di casa di notte, in attesa della decisione nel merito sulla consegna.
E’ il caso di Yildirim Kaya, 52enne originario della Turchia, di etnia curda, e residente in Germania, arrestato il 12 luglio in un hotel di Milano Marittima dove era in vacanza con la famiglia.
Era ricercato da 23 anni, con un ordine di cattura per persuasione e istruzione di un membro di organizzazione terroristica a compiere un attentato dinamitardo, reato per cui in Turchia è previsto il carcere a vita.
I giudici bolognesi (presidente relatore Anna Mori), sulla base della documentazione fornita dai difensori, gli avvocati Antonio Buondonno e Mario Antonio Angelelli, ritengono “non possa formularsi con un sufficiente grado di sicurezza un esito positivo della procedura” di estradizione. Si sottolinea infatti come Kaya abbia lo status di rifugiato politico dal 2001, in quanto a rischio, in caso di rimpatrio, di persecuzioni politiche. La Corte evidenzia che è accusato proprio di reato con connotazione politica, assai risalente nel tempo (il mandato è del 2000). E inoltre “come la Turchia sia stata oggetto di numerose pronunce interne e sovranazionali nelle quali si stigmatizzavano le reiterate violazioni dei diritti umani fondamentali”, nella fase processuale ed esecutiva. Un rischio massimamente ipotizzabile per i cittadini di etnia curda, come Kaya. Una di queste pronunce è quella su Baris Boyun (anche lui difeso dall’avvocato Buondonno), arrestato il 3 agosto 2022 a Rimini con l’accusa di essere un esponente della mafia turca, mentre lui si professa perseguitato politico; nel suo caso l’estradizione è stata respinta, con decisione irrevocabile. (Ansa)