Il report annuale di Amnesty presentato a Ravenna: “Il mondo sta andando all’indietro”

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Un mondo che va all’indietro rispetto alla promessa dei diritti umani universali del 1948. Nella sua tre giorni di assemblea nazionale a Ravenna, Amnesty Interntaional Italia ha presentato il proprio report annuale sul fronte dei diritti umani. Centrali, inevitabilmente, le guerre in Ucraina, ma soprattutto in Palestina. Ma sono le politiche autoritarie ad intaccare la libertà in diverse zone del mondo, demonizzando gruppi di individui e minacciando i diritti delle donne. In Afghanistan, come negli Stati Uniti dove è iniziato uno scontro sul diritto all’aborto. In Uganda, come in Polonia. In India, come nel Regno Unito o in Ungheria.
Amnesty mette nel mirino anche la tecnologia, accusandola di mettere in atto un’erosione dei diritti: riconoscimenti facciali, spyware contro attivisti e giornalisti, politiche razziste, la diffusione e la limitazione della libertà d’espressione. È online che si registra il maggior incitamento all’odio e altri contenuti dannosi, che poi sfociano in azioni antisemite. È online che vengono ignorate o minimizzate le guerre in Etiopia, Palestina, Myanmar e Sudan. Il 2023, lo ha definito la Banca Mondiale, è stato l’anno della disuguaglianza.