Il ravennate Stefano Francia è stato riconfermato presidente nazionale di Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, dalla VI Assemblea elettiva che si è svolta ieri a Roma. Trentatre anni, imprenditore agricolo nel settore ortofrutticolo e sementiero, Francia è stato già vicepresidente regionale Emilia-Romagna, coordinatore Agia Ravenna e vicepresidente Cia Ravenna. Attualmente è anche presidente di Condifesa Ravenna e del Consorzio di Bonifica della Romagna.
Nelle parole del rieletto presidente Agia-Cia – che ha ringraziato i delegati presenti per la fiducia accordata al suo secondo mandato – la sintesi di un percorso importante passato attraverso le difficoltà dell’emergenza sanitaria, ma chiaro ed efficace negli obiettivi e negli interventi.
“La guerra in Ucraina sta di nuovo cambiando il corso della storia più recente già segnata dagli effetti devastanti della pandemia. A più di un mese dal conflitto sono stati calpestati i diritti civili, compromesse le relazioni geopolitiche internazionali e messe in seria crisi le economie nazionali ed europee, destabilizzate dall’incertezza di materie prime cruciali come gas e fertilizzanti. L’agricoltura è, ancora una volta, chiamata a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e i suoi giovani a trainare quella transizione ecologica e digitale, già centrale nei nostri ultimi quattro anni di vita associativa e ora realmente determinanti per la sostenibilità del Paese e dell’Europa. Ѐ lungo questa traiettoria che dobbiamo continuare a muoverci adesso, affrontando con più determinazione, consapevolezza e competenza le progettualità di PNRR e Pac”.
Priorità alla formazione dei giovani imprenditori agricoli e della rappresentanza di categoria; all’innovazione scientifica e tecnologica a servizio della sperimentazione nei campi; alla digitalizzazione per il rilancio delle aree interne e a una governance Ue dei dati, più equa e inclusiva per gli agricoltori, al dialogo interprofessionale per strumenti più adeguati alla gestione del rischio come agli scambi internazionali per l’integrazione e la crescita condivisa.
“Dobbiamo guardare con lucidità allo scenario globale, economico e anche climatico, per individuare strade utili a garantire sicurezza alimentare, qualità e competitività – ha affermato il presidente Francia -. Occorre dare sostegno concreto ai 50 mila giovani imprenditori agricoli e zootecnici di cui gode il Paese e che rappresentano anche il 20% dei più interessati investitori in chiave sostenibile e innovativa. Agia-Cia continuerà per questo anche a spingere sul valore del sostegno alla cooperazione per il rinnovo generazionale, attraverso forme di affiancamento giovani-pensionati, oggi finalmente tra gli strumenti dello sviluppo rurale”.
Per Agia-Cia sono queste le fondamenta per la costruzione di una reale transizione ecologica e digitale di cui la guerra non ha fatto che acuire l’urgenza, colpendo il reddito delle imprese con l’aumento dei prezzi e costi di produzione insostenibili. Una sfida che i giovani potranno cogliere se supportati soprattutto nell’accesso al credito e al capitale fondiario quali leve strategiche tra le più importanti per il ricambio generazionale in agricoltura come anche definito dal Piano strategico nazionale per la Pac 2023-2027.
Ecco perché dalla VI Assemblea di Agia-Cia parte anche la rinnovata collaborazione con Crédit Agricole per offrire ai giovani imprenditori agricoli associati finanziamenti finalizzati, sostenuti da garanzia ISMEA o FCG, per l’acquisto di porzioni di terreno, miglioramenti strutturali e ambientali. Con il supporto di Agia-Cia nell’analisi di fattibilità, saranno riconosciuti interventi di sostegno, esclusivamente sulla base del merito creditizio delle aziende a insindacabile giudizio della Banca, orientati alla sostenibilità nel lungo periodo dell’iniziativa portata avanti dai giovani imprenditori.
“Guardare oggi alla modernità – è intervenuto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino – vuol dire mettere al centro delle strategie per il futuro, innovazione scientifica, tecnologica e genetica e riconoscere ai giovani, anche dell’agricoltura, la guida di questa importantissima sfida. Non si può lavorare per la sostenibilità ambientale, economica e sociale senza potenti iniezioni di innovazione. Questa è la via obbligata da percorrere se vogliamo davvero scegliere un approccio non arcaico per lo sviluppo e usare bene i 191 miliardi di euro del PNRR che guardano a green e digitale. Serve un’Europa che riconosca all’agricoltura centralità economica e un’Italia più rapida nelle decisioni. Spazio per i giovani capaci di trainare il cambiamento, aperti al mondo e promotori di partecipazione, condivisione e integrazione. Serve fare sintesi e in questo senso è lodevole il lavoro fatto negli anni da Agia-Cia e che questa sua VI Assemblea elettiva, con il coinvolgimento di Ismea, Fao, Enea, Crédit Agricole, esponenti delle istituzioni nazionali ed europee, ha ben rappresentato”.