Il progetto ‘Bambini di Vienna’ del Comune di Faenza è risultato uno dei vincitori di ‘conCittadini 2020-21’, bando di cittadinanza attiva rivolto a scuole, enti locali, associazioni e istituzioni del territorio promosso dall’Assemblea legislativa della Regione. Con l’aggiudicazione dell’elaborato, il Comune riceverà un finanziamento per far conoscere la vicenda dei Bambini di Vienna, una bella storia di solidarietà che, nel 1920, coinvolse l’Italia e la stessa Faenza.
La Prima Guerra Mondiale aveva infatti lasciato macerie, morti, feriti e povertà, soprattutto nelle popolazioni delle nazioni uscite sconfitte. Tra queste anche l’Austria dove, nel 1919, con l’inverno alle porte, il vice borgomastro di Vienna, Max Winter, lanciò un appello agli Stati europei per accogliere i bambini della capitale preservandoli dagli stenti del freddo e della miseria. La provincia di Ravenna non fece cadere l’appello nel vuoto e così il primo giorno di gennaio del 1920 a Faenza arrivarono 25 bambini viennesi (da qui ‘I bambini di Vienna’) che trovarono ospitalità nella Congregazione di Carità a Palazzo Mazzolani. Il ritorno in patria era stato fissato per la fine di aprile; così fu per tutti tranne per Karl Binder che, durante la permanenza in città, mentre era già gravemente ammalato di tubercolosi, morì all’Ospedale degli Infermi. Era il 2 aprile del 1920. Karl fu poi seppellito nel cimitero faentino dove tuttora riposa. Proprio quest’anno l’Assemblea legislativa faentina ha voluto ricordare con un momento ufficiale non solo la morte del bambino ma anche il gesto di generosità della comunità faentina nei confronti dei bambini viennesi. Una vicenda che vuol essere anche insegnamento. Infatti, in questo periodo di emergenza sanitaria, dove la pandemia rischia di accrescere gli interessi individuali, la vicenda dei ‘Bambini di Vienna’ potrebbe contribuire ad arginare le derive egoistiche che si rischiano in questo momento storico, evidenziando invece valori come la fratellanza, il mutuo soccorso tra popoli, la solidarietà e la pace. È per l’alto valore simbolico della vicenda che il progetto prodotto dal Comune è risultato tra i vincitori del bando ‘con-Cittadini’.
Il Comune di Faenza, con la partecipazione dell’istituto comprensivo Carchidio-Strocchi, della sezione Linguistico e Artistico del liceo Torricelli-Ballardini e degli studenti dell’indirizzo Grafico del Persolino-Strocchi, si è dunque fatto capofila del progetto ‘Bambini di Vienna’, il cui fulcro consiste nella partecipazione degli studenti chiamati a riscoprire questa vicenda di fratellanza per poterla raccontare, ognuno in base al proprio ambito di competenza, attraverso diversi strumenti.
Infatti, alle classi quinte delle elementari Carchidio, dopo aver conosciuto la vicenda attraverso la voce dello storico locale Angelo Emiliani, è stato chiesto di produrre il testo per un opuscolo sul tema e disegni che sintetizzino le loro emozioni e i loro pensieri rispetto agli eventi del progetto, aiutandosi con bozzetti dell’artista faentino Achille Calzi, che, all’epoca dei fatti, disegnò una serie di manifesti. Il lavoro degli alunni delle elementari proseguirà in collaborazione con i ‘colleghi’ grafici del Persolino-Strocchi che realizzeranno l’opuscolo sulla vicenda. Una volta completato il lavoro, il testo verrà tradotto in inglese e tedesco dagli studenti della Sezione Linguistica del Liceo Torricelli-Ballardini. L’ultima fase del progetto prevede la realizzazione di un manufatto ceramico, da parte degli studenti della sezione Artistico del Torricelli-Ballardini che rievochi i sentimenti e i valori che sono alla base di questa storia. Per la sua realizzazione gli studenti potranno avvalersi del laboratorio messo a disposizione dall’associazione ‘Mondial Tornianti Gino Geminiani. L’opera ceramica verrà poi affissa sulla facciata di Palazzo Mazzolani al lato di una lapide, installata nel 1990, che ricorda i Bambini di Vianna.
Un secondo filone del progetto riguarda la ricostruzione storica degli eventi considerati. Questa sezione è stata condotta da una dipendente del Comune di Faenza, la cui formazione accademica e la conoscenza della lingua tedesca, le hanno consentito di analizzare, tra l’altro, fonti austriache fino ad oggi non prese in considerazione.
L’opuscolo con i testi degli scolari e il manufatto in ceramica verranno affiancati dalla pubblicazione di un saggio su una rivista scientifica locale, da un articolo che verrà pubblicato sul quotidiano viennese ‘Spectrum’ e da un contributo video inserito nella sezione ‘Partecipazione’ della pagina web dell’Unione della Romagna Faentina.