Tra innumerevoli e alterne vicende, il Carnè è sempre sopravvissuto alla politica e alle tante gestioni che lo hanno visto protagonista in questi oltre 50 anni di attività.
“In tutti questi decenni nessun ente proprietario ha mai pensato di far mancare la propria quota di finanziamento e questo ha garantito non solo la sopravvivenza del Carnè, ma la possibilità di risolvere molti problemi di conservazione dell’area e l’ampliamento in termini di servizi della stessa” fa notare il Partito Democratico di Brisighella.
“Oggi il Sindaco Pederzoli ha confermato in Consiglio Comunale di voler diminuire l’impegno del Comune di Brisighella sul Carnè perché troppo oneroso, minacciando di non aderire più al rinnovo della convenzione. Parliamo di 15.000 euro annui per ogni Ente proprietario mentre la settimana scorsa la IV tappa della Coppi Bartali è costata a Brisighella 72.300 euro (iva compresa) per un solo giorno.
Delle due l’una. O il Comune di Brisighella ha risorse e si può permettere tutto oppure deve fare delle scelte ponderate ed il Carnè è una struttura strategica per Brisighella”.
Nella nota stampa, il Pd ricostruisce l’importanza del rifugio: “Il Carnè da piccolo parco con una casa colonica, oggi è diventato tra i centri visita più attrezzati e visitati in Regione. È un gioiello adorato da tutti che registra ogni anno più di 50.000 presenze con ricadute dirette sul tessuto socio-economico di Brisighella e del suo bellissimo borgo. Vogliamo ricordare la genesi che ha visto istituire questa meravigliosa oasi nel Comune di Brisighella. L’ideatore ed il capofila di questa intuizione fu l’allora sindaco, Egisto Pelliconi.
Era il 1971 e in Comune era giunta notizia che le Opere Pie mettevano in vendita un podere di 20 ettari con una casa colonica costruita nei primi anni Trenta, prezzo 10 milioni di lire. Ma era una cifra troppo alta per l’Amministrazione di allora.
Il Sindaco Pelliconi, acuto politicamente, sapendo di dover mettere in campo delle alleanze per realizzare un progetto importante per Brisighella pensò bene di aggirare l’ostacolo proponendo una inusitata cordata fra tre amministrazioni pubbliche – i due comuni di Brisighella e Faenza più la Provincia di Ravenna – che dividessero oneri e onori e, dopo essere stati colpiti dalla “bellezza selvatica” dei gessi, e di fronte alle tagliatelle, preparate dalla signora Vilma Cardini del vicino ristorante “E Manicomi” da Mario, a dell’ottimo sangiovese, carne ai ferri e affettati nostrani, decisero di acquisire il terreno assumendosi l’onere di 1/3 di spesa per ogni Amministrazione.
E questa è la motivazione sul perché la proprietà del Carnè è divisa fra i tre Enti in un’ottica di solidarietà e valorizzazione di un patrimonio inestimabile per la collina brisighellese.
Il seme piantato al Carnè nel lontano 1971 oggi è un grande albero che continua a crescere grazie all’intuito e al lavoro di tanti amministratori lungimiranti che si sono susseguiti alla guida di Brisighella. Oggi dopo che l’UNESCO ha riconosciuto la rilevanza mondiale della Vena del Gesso, del quale il Carnè è la principale struttura per i visitatori, e che il turismo rigenerativo, ecoturismo in natura, sostegno alle comunità locali sono i principali trend di viaggio sostenibile, già riscontrati nel 2023 e in consolidamento nel 2024, ci troviamo dinanzi ad un Sindaco (Pederzoli) che vuole ridurre il proprio impegno dimostrando tutta la sua poca lungimiranza per il futuro di Brisighella.
Chiediamo a tutti i componenti dell’attuale Giunta di fermare questa pazzia. Anzi chiediamo all’Amministrazione brisighellese di farsi capofila di progetti di recupero e rilancio del centro visita dopo gli eventi alluvionali di maggio ‘23 che hanno compromesso parte dell’edificio storico, la strada di accesso ed anche parte del parco stesso, precludendo alcune attività ludiche e di pernottamento. Brisighella deve investire, fra le tante cose, anche sul Parco della Vena del Gesso e sul Parco Carnè”