Il nuovo Sindacato Carabinieri comunica la propria intenzione di costituirsi parte civile nel processo che inizierà avanti la Corte di Assise presso il Tribunale di Ravenna nel nuovo anno, volto all’accertamento dei fatti e dei responsabili della morte di Pier Paolo Minguzzi, carabiniere di leva presso la caserma di Mesola (FE). Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Ravenna ha espressamente autorizzato il NSC a prendere cognizione del fascicolo.
L’omicidio avveniva nella notte del 21.04.1987 e secondo la Procura Ravennate, il sequestro e la successiva uccisione del carabiniere sono da imputarsi all’opera di altri due militari, all’epoca dei fatti in servizio presso la caserma di Alfonsine, ovvero Orazio Tasca e Angelo del Dotto, cui si aggiungeva l’alfonsinese Alfredo Tarroni.
Il NSC ha deciso di presentarsi al processo formulando specifica richiesta di costituzione di parte civile, in virtù di due fondamentali ragioni: da un lato l’efferatezza dell’omicidio, che induceva gli autori a strangolare la vittima, incaprettarla, tentando poi di occultarne le spoglie legandola da una pesantissima grata, gettata poi nel fiume Po; ma anche la necessità di tutelare e perseguire gli obiettivi per cui il sindacato è nato indipendentemente dall’epoca in cui il fatto è avvenuto.
La tutela della professionalità e del valore sociale e morale degli appartenenti all’Arma dei Carabinieri si realizza infatti anche mediante l’accertamento della responsabilità di coloro che, pur indossando la stessa divisa, tradiscono in modo così assoluto i valori che questa rappresenta.
Il NSC è consapevole dei possibili limiti giuridici che incombono su questa scelta, tuttavia, il Sindacato non intende tirarsi indietro di fronte a possibili ostacoli, volendo comunque far sentire la propria voce in rappresentanza di tutti coloro che quotidianamente onorano la divisa che indossano.
E’ doveroso poi evidenziare che IL NSC ha informato la famiglia di Pier Paolo Minguzzi in ordine alla predetta volontà di costituirsi parte civile nel processo che inizierà a breve, la quale ha condiviso pienamente la decisione. Il NSC infatti mai avrebbe intrapreso alcuna iniziativa giudiziaria laddove non fosse stata gradita ai famigliari del militare.