Exhibit Program è un programma di contributi finanziari volti a incentivare le buone pratiche circa la qualità delle mostre d’arte contemporanea in Italia in musei pubblici e spazi non profit.
Con Exhibit Program la Direzione Generale ha voluto porsi quattro importanti obiettivi: sostenere lo sviluppo dei talenti italiani – artisti italiani, anche emergenti, che si contraddistinguano per un’alta qualità progettuale e curatoriale. I progetti sono stati valutati da una Commissione di valutazione composta da Fabio De Chirico – Dirigente Direzione Generale Creatività Contemporanea (Presidente); Giulia Ferracci – Curatrice MAXXI (Museo nazionale delle Arti del XXI secolo); Luca Lo Pinto – Direttore MACRO (Museo d’Arte Contemporanea di Roma); Cecilia Guida – Docente di Storia dell’arte contemporanea, Accademia Albertina di Belle Arti, Torino; Denise Ottavia Tamborrino – Funzionario MiBACT, Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna e vicepresidente del Comitato tecnico-scientifico per l’arte e l’architettura contemporanee del MiBACT.http://www.aap.beniculturali.it/Exhibit_Program_vincitori.html
Il progetto coinvolge Claudia Losi, artista italiana dal forte profilo internazionale, che si contraddistingue non solo per la qualità espressiva della propria ricerca, ma anche per le implicazioni sociali, poetiche e paesaggistiche oltre che per l’eterogeneità delle pratiche artistiche e delle tecniche utilizzate. L’opera si pone come ultimo capitolo fisico di un progetto molto ampio, Balena Project, nato nel 2004, che ha assunto molteplici forme: WhaleBoneArch, ovvero due grandi sculture – forme semi-realistiche di mascelle di balenottera – sono state realizzate in collaborazione con aziende di Montelupo Fiorentino e Poggibonsi, in terra dell’Impruneta, prodotte da Fondazione Museo della Ceramica di Montelupo e Comune di Scandicci, e nascono da una riflessione articolata e pluridisciplinare sulla storia di un territorio (partendo proprio da quello tosco-emiliano), sul suo tempo profondo, naturale e umano.
In questi ossi di terra, issati ad arco, come soglia, si intrecciano immaginari fantastici, racconti mitici, divulgazione scientifica e narrazioni dell’umano.
La mostra è pensata per interagire col pubblico attraverso una serie di eventi formativi e didattici partecipativi, in particolare attivando una serie di collaborazioni coi festival Ceramic Performance e Ossessioni, in programma al Museo Carlo Zauli, che ne moltiplichino la capacità di relazione.
“Inoltre questo progetto ci consentirà di sperimentare inediti processi creativi attraverso il materiale ceramico che è da sempre l’obiettivo del Museo Carlo Zauli, ereditato dall’esempio della scultura di Carlo Zauli. Questa diventerà per noi l’occasione anche per ampliare l’offerta formativa e didattica per i giovani attraverso il “corso per curatori”, selezionati dell’Accademia di Bologna e Ravenna che saranno coinvolti in prima persona. I ragazzi seguiranno le diverse fasi del progetto, per potersi interfacciare con l’artista e partecipare ad incontri-lezioni con curatori ed esperti del settore”. Conclude Matteo Zauli.
Il richiamo alla mostra verrà amplificato dalle presenze performative che, co-progettate dall’artista insieme ai curatori, completeranno la presenza scultorea, unendo così nella mostra arte visiva, letteratura e musica, per coinvolgere un più ampio pubblico. Si richiamerà con questo progetto
anche un pubblico giovane, con l’obiettivo di diffondere cultura e conoscenze nel settore dell’arte contemporanea.