Combattere il bullismo in classe. Anche a colpi di karate. E proprio un campione di arti marziali, Vito Durante, presidente e direttore tecnico del Fight Club Karate di Ravenna oltre che Atleta azzurro e medaglia di bronzo al valore atletico del Coni, ha incontrato gli studenti delle classi IV (e a breve farà altrettanto con gli alunni di V) della scuola Mordani. Una “lezione” particolare – inserita nell’ambito del progetto contro il bullismo e il cyberbullismo avviato dall’istituto Novello – nel corso della quale Durante ha portato in aula le sue esperienze di vita parlando ai bambini e praticando con loro giochi propedeutici di contatto volti all’insegnamento del rispetto e dell’autodifesa con esempi pratici su come potersi tutelare in situazioni di potenziale pericolo.
“Io stesso alla vostra età sono stato vittima di bullismo – ha detto lo sportivo, che è stato anche vice campione del mondo -. Vivevo in un piccolo paesino e quando mi trasferii a Bari cominciai a essere preso in giro ed estromesso dagli altri. Inizialmente non ne parlai con nessuno. Mi sono rifugiato nello sport che mi ha permesso di affrontare la situazione che si era creata e ora cerco di aiutare gli altri. I bulli vivono di luce riflessa ma vanno arginati; si mostrano forti quando sono in branco ma anche in gruppo si possono e si devono affrontare guardandoli negli occhi. Messo un freno al ‘capobranco’, anche gli altri se ne andranno e smetteranno di dare fastidio. E ai bambini e ai ragazzi che si trovano alle prese con questo problema vorrei dire di non fare come ho fatto io, ma di confidarsi e parlarne subito con i genitori, con i nonni, gli insegnanti, gli allenatori, con chiunque insomma sia una figura di riferimento”.
Tante le domande rivolte dagli alunni, alcuni dei quali hanno riferito le loro esperienze. Un problema, quello del bullismo, purtroppo diffuso come emerso da una recente indagine dell’Istat che mostra come il fenomeno sia in aumento: più del 50% degli intervistati tra gli 11 e i 17 anni ha riferito di essere rimasto vittima nei dodici mesi precedenti di qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento. Una percentuale significativa, quasi uno su cinque (19,8%), ha dichiarato di aver subìto azioni tipiche di bullismo una o più volte al mese.
E anche senza arrivare ad aggressioni fisiche, come spiegato dalle maestre Vanessa Rossi e Marzia Masini, può capitare che a scuola come nelle attività extrascolastiche si possano verificare situazioni di bullismo più strisciante tramite azioni indirette: “dal bambino deriso dal gruppo per l’apparecchio, gli occhiali, le scarpe o una merenda diversa, a quello allontanato perché meno abile nello sport, nelle materie scolastiche o in un videogioco. Essere più in sintonia con alcuni compagni, non deve portare ad escludere gli altri. Occorre sempre mettersi nei panni dell’altro”. Lezione subito appresa da uno dei ragazzi che ha detto: “Poi se uno non sa fare un gioco, gli si può spiegare”.