Il geologo Paride Antolini, presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna e membro del CTS Agire, il Comitato Tecnico Scientifico – Alleanza per la Gestione Integrata del Rischio idro-geologico in Emilia-Romagna, ha analizzato la nuova ondata di maltempo che si è abbattuta sulla provincia di Ravenna.

Secondo Antolini, le precipitazioni cadute sono stato un “evento di pioggia importante, ma non eccezionale”.

“Le nostre montagne, le nostre colline hanno dimostrato di non riuscire a trattenere e rallentare le acque nei fossi, nei ruscelli e nei torrenti. L’acqua arriva troppo velocemente nel fondovalle. Il ripetersi di eventi di una certa entità hanno creato flussi importanti di acqua che hanno dilavato gli impluvi (fossi, rii, torrenti). Siamo stati fortunati ad ever avuto il Bacino del Marzeno meno interessato dalle precipitazioni rispetto ai bacini immediatamente a nord. Inoltre il dissesto nelle nostre montagne non fa altro che velocizzare le acque verso il fondovalle”.
Cosa abbiamo imparato da questo evento? Si chiede quindi Antolini: “La capacità di contenere acqua dei nostri fiumi è insufficiente, è bastato un evento importante ma non eccezionale per riempirli fino a pochi cm dalla tracimazione. Siamo stati fortunati che nessuna porzione di argine sia crollata in considerazione della loro vecchiaia.
In una situazione del genere occorre più che mai dare spazio ai fiumi, intervenire in maniera energica e non accontentarsi nelle così dette “pulizie”, la manutenzione va fatta ma serve qualcosa di molto più consistente. In una situazione così complessa se ci concentriamo solo sugli alberi, nutrie, tane etcc…. andiamo sotto”.
A seguito del post, il Comitato Tecnico Scientifico – Alleanza per la Gestione Integrata del Rischio idro-geologico in Emilia-Romagna ha pubblicato un’analisi di quanto accaduto nei giorni scorsi.

 

 

“Il pericolo è stato scampato in pianura, da Faenza in poi, ma ci sono stati comunque molti danni in montagna e un’esondazione importante a Brisighella. Ma il punto fondamentale è un altro: il sistema è SOTTODIMENSIONATO rispetto al nuovo clima semi-tropicale.

Analizziamo il bacino del Lamone nella sua interezza, inclusa la valle del Marzeno.
Abbiamo assistito ad un evento molto forte sui crinali fino a Marradi, ma nulla di eccezionale a valle di esso. Il confronto con gli eventi del 2024 e del 2023, lascia pochi dubbi purtroppo.
La saturazione dei suoli (stimata – dato non ufficiale) sicuramente non ha aiutato, ma rimane una riflessione importante, se un evento del genere porta ad allerte rosse, evacuazioni, e record di livello idrometrico a Mezzano… in caso di eventi come Settembre 2024 o Maggio 2023, cosa succederà?”