“Dopo Russi, anche a Bagnacavallo è arrivato il coprifuoco. Probabilmente era dalla guerra che non si spegnevano le luci della città per decreto. Politicamente ed economicamente, gli errori del PD (locale e nazionale) lasciano al buio i cittadini”. Commenta così la scelta della giunta comunale Enrico Zini consigliere del gruppo misto. “Il Consiglio comunale è stato tenuto all’oscuro di tutto e avvertito a giochi fatti, dimostrando ancora una volta la poca apertura al dialogo da parte della giunta Proni, il tutto, nonostante avessi espressamente richiesto di informare il Consiglio prima di una decisione così importante”.
Infatti, ieri si è svolta la riunione dei capigruppo, dove il Sindaco e l’assessore Ravagli hanno spiegato le modalità di spegnimento, quando “ad un certo punto, si è scoperto che lo spegnimento sarebbe avvenuto la sera stessa della riunione (lunedì) e che tale decisione era stata presa il venerdì precedente e ancora non pubblicata” spiega Zini, “è ovvio che mi sarei aspettato, quantomeno per buona prassi, una copia della delibera in anteprima per poter fare domande pertinenti o eventuali proposte; invece, come spesso accade, la “buona prassi” collaborativa tra Giunta e consiglieri non c’è. Ci si chiede come uno spegnimento previsto per 6 mesi (fino a maggio ’23) sia stato preso con un’ordinanza ad immediata eseguibilità e non si sia aspettato l’iter per gli atti ordinari, il quale prevede la pubblicazione in albo, cosicché tutti i cittadini possano venirne a conoscenza prima.”
Nel merito alla delibera, Zini commenta: “A domanda, Ravagli non risponde, ovvero non ha dati precisi che, per una scelta così delicata, sono fondamentali. In pratica, quello che emerge, ora che l’illuminazione LED è solidamente sul mercato da almeno 10 anni, è che il cambio di tecnologia (e il conseguente risparmio del 50% in bolletta) sul territorio comunale riguarda solo il 30% dell’illuminazione pubblica. Infatti, i soldi stanziati ultimamente (185 mila euro) riusciranno a copire le spese per l’ammodernamento dell’illuminazione di una sola delle frazioni del Comune ma, alla faccia dell’urgenza, ancora non si è deciso in quale intervenire, mentre, nel frattempo, i prezzi dei corpi illuminanti continuano ad aumentare. Il Sindaco poi spera in un bando della Regione previsto per l’anno prossimo, il che equivale a ritardare di un altro anno ulteriori cambi di tecnologia e quindi il risparmio”. L’alternativa proposta dalla Proni – continua Zini – sarebbe quella di accendere un ulteriore mutuo, indebitando ulteriormente il Comune di Bagnacavallo già con l’acqua alla gola, in attesa che la rinegoziazione dei mutui stipulati per le due opere faraoniche (ancora in di là da venire) in cui si è voluta cimentare contemporaneamente la Proni, inizi a portare un segno “meno” nel bilancio. Oltre a ciò – continua Zini – “le risorse ci sarebbero state se ci fosse stata la volontà politica di trovarle. Se si fosse lottizzato, per esempio, il terreno di proprietà del Comune (Via Caduti di Brescia) la cui quotazione, secondo il Parere dell’Organo di Revisione, oscilla tra il 1.000.000 e 1.300.000€, ma che il Comune da anni si ostina a voler vendere in blocco, senza incontrare alcun interesse.”
Non ultimo il tema della sicurezza: “L’illuminazione è sicuramente un deterrente per furti e delinquenza in genere ed è fondamentale per l’incolumità di chi usa la strada, che sia autista, ciclista o pedone (le norme impongono, non a caso, una determinata illuminazione sui diversi tipi di strade), tant’è che pure il Sindaco stesso e altri componenti del PD confessano di aver paura a girare al buio! Ci soddisfa poco che, dopo l’incontro col Prefetto, si sia deciso di non spegnere le luci in alcuni incroci. Pertanto sottolineiamo che per qualsiasi incidente stradale o reato commesso nelle ore di “buio”, dovrà ritenersi responsabile il Sindaco in quanto è tenuto a rispondere della sicurezza dei cittadini ma la scelta fatta dalla Giunta che presiede va esattamente nella direzione opposta”.