Il Comune di Faenza e il Comitato antifascista per la democrazia e la libertà promuovono per il 10 febbraio le celebrazioni istituzionali del Giorno del ricordo, solennità civile che intende conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale istituita con una legge nazionale.
Sabato 10 febbraio il programma prevede alle 8.30, alla Cattedrale di Faenza la celebrazione di una funzione religiosa in ricordo delle vittime; alle ore 9.30 presso piazzale Vittime delle Foibe (parcheggio di via Renaccio), l’omaggio dell’amministrazione comunale, con l’intervento delle autorità civili e militari e delle associazioni combattentistiche.
Alle 18, nella chiesta dei Caduti (chiesa di San Bartolomeo, in via Scaletta), Luca Rosetti, insegnante di storia all’istituto Oriani che da anni porta avanti il progetto ‘Calendario civile degli italiani’, terrà la conferenza ‘Vite dimenticate’.
Le iniziative si concluderanno con un ultimo appuntamento, organizzato dal Comune che ha visto l’adesione delle sezioni faentine dell’ANPI, del Movimento Federalista Europeo e della Gioventù Federalista Europea. Lunedì 12 febbraio, alle 18, presso la Sala Bigari della Residenza Municipale, è in programma la conferenza di Francesco Privitera, docente di Storia dell’Est Europa all’Università di Bologna, dal titolo ‘I Balcani occidentali fra spinte nazionaliste e slancio europeo’. Privitera è stato coordinatore didattico della Laurea Magistrale in ‘Interdisciplinary Research and Studies on Eastern Europe’ ed è esperto dell’area russa e danubiano-balcanica (in particolare, area jugoslava, area cecoslovacca, Ungheria e Bulgaria), con un focus particolare sulle politiche della transizione post-comunista.
“Sono passati venti anni da quando il Parlamento italiano ha istituito ad ampia maggioranza il Giorno del Ricordo, che la Repubblica dedica al percorso di dolore inflitto agli italiani di Istria e Dalmazia sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi, nella drammatica fase storica legata alla Seconda Guerra Mondiale” dice il presidente del Consiglio comunale Niccolò Bosi. “Il Comune di Faenza -continua Bosi- da tempo sposa questa celebrazione, che ha avuto il merito di rimuovere il velo di indifferenza che per molti anni ha avvolto le vicende legate alle violenze contro le popolazioni italiane nell’immediato dopoguerra. Per le vittime delle foibe l’unica colpa fu di essere italiani, pagando le colpe dell’occupazione nazi-fascista: la storia di quegli anni ci ha insegnato che il nazionalismo, basato sulla repressione delle minoranze e sulle pretese di superiorità e di omogeneità etnica, linguistica e culturale, produce esclusivamente una infinita spirale di violenza e di guerra. Gli incontri di approfondimento che proponiamo alla cittadinanza da un lato vogliono far riflettere sugli avvenimenti di quel periodo storico, ma anche interrogarsi sulle dinamiche attuali nei Balcani occidentali”.