Nel Consiglio Comunale del 28 maggio 2024 è stata approvata la delibera dal titolo “EX CHIESA DI SAN MAGLORIO..  ESERCIZIO DELLA PRELAZIONE AI SENSI DEGLI ARTT. 60 , 61 E 62 DEL D.LGS. N. 42/2004”.
L’immobile di culto, situato nelle adiacenze del Museo Internazionale delle Ceramiche, dal grande ed indubbio valore artistico e culturale, ad aprile di quest’anno è stato venduto dalla Diocesi di Faenza-Modigliana ad un privato. Prima però dell’effettiva vendita, per legge, il Comune di Faenza ha potuto contare sul diritto di opzione per l’acquisto, a parità di condizioni, essendo la chiesa un immobile dal particolare valore culturale e vincolato.

Nelle intenzioni dell’Amministrazione vi è la volontà dichiarata di aprire l’edificio alla città, nell’ambito di un piano di ulteriore sviluppo, ancora non definito, con la Fondazione del Museo Internazionale delle Ceramiche.
L’operazione è però stata contestata in consiglio comunale dal capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Bertozzi: “Tutto perfetto all’apparenza, se non che la scelta è stata fatta in assenza di un progetto di sviluppo dell’idea e senza valutare altre possibilità che avrebbero portato allo stesso risultato”.
“Ancora una volta siamo alla politica dei contenitori  senza contenuti, che è diventata sinonimo dell’amministrazione Isola (vi dice niente la Chiesa dei Servi???)” critica Bertozzi.
“Ciò che sorprende però è altro ancora, la Chiesa che il Comune andrà ad acquistare è oggi interclusa nell’accesso, il portone ed il nartece recentemente ristrutturati sono di proprietà privata, non vi sono altre vie se non un collegamento con il Museo tutto da definire, da progettare e da costruire, con possibili problemi tecnico operativi legati a servitù di passaggio e usufrutto di terzi. 
Nel corso del dibattito avevo chiesto il rinvio della delibera – visto che i tempi per quanto stretti ci sono – per un più ragionato approfondimento, che valutasse tutti i rischi anche legali connessi e consentisse di abbozzare almeno un progetto di sviluppo realizzabile e concreto. Chiaramente la risposta è stata NO”.

Il problema però, secondo Bertozzi, sarebbe un altro: la modalità di finanziamento dell’acquisto.
“I 100.000 € necessari all’acquisto sono stati finanziati per 80.000 € andando a ridurre la missione di spesa 008.002.02 ASSETTO DEL TERRITORIO ED EDILIZIA ABITATIVA che tradotto in italiano sta per ‘eliminazione dell’intervento denominato “ERP – manutenzione alloggi (quota non coperta da fondo canoni)’.
Nonostante le rassicurazioni del Sindaco – smentite dai numeri – che ha dichiarato che nulla verrà tolto all’edilizia popolare, l’ipotesi di spesa allocata su quel capitolo scende di 80.000 € passando da 2.054.984 € a 1.974.984 €.
 Non è quindi bastato non voler valutare proposte alternative legate alla Chiesa per ottenere lo stesso risultato (che dovrebbe rendere fruibili alla città quegli spazi), presentando anche un progetto di utilizzo al fine di evitare di trovarci con l’ennesima proprietà pubblica abbandonata a sé stessa, ma si sono andate a prendere le risorse per l’acquisto sottraendole all’edilizia popolare in un momento di forte emergenza abitativa soprattutto per la fascia debole della popolazione, quando in Consiglio avevo suggerito, in ultima istanza, di utilizzare altre possibilità di finanziamento presenti a bilancio.
Si dirà 80.000 € sono pochi e non intaccano la possibilità di spesa sull’ERP. 
Bene, lo si chieda agli inquilini che abitano quegli alloggi e a quelli in attesa di entrare se la qualità e quantità degli edifici ERP è sufficiente” conclude Bertozzi.