L’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Ravenna ha organizzato per martedì 6 dicembre alle ore 18 a Faenza (Casa Spadoni, Via Granarolo 99) un appuntamento pubblico dal titolo “Il CER, un canale al servizio del territorio”, dedicato al Canale Emiliano Romagnolo, una delle più importanti opere idrauliche italiane sia per la sua lunghezza (135 km) sia per la valenza del progetto. Il CER, infatti, assicura l’approvvigionamento idrico delle provincie di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, un’area vasta tra le più produttive a livello internazionale sotto il profilo industriale ed agricolo, ma povera di acque superficiali. Il territorio interessato dal sistema del Canale ha una superficie di 336.000 ettari di cui 227.000 ettari di superficie agraria. Di questi, 158.000 sono attualmente irrigabili con opere di distribuzione canalizzate. Il canale parte da S. Agostino, in provincia di Ferrara, e termina in provincia di Rimini in prossimità del fiume Uso.
Intervengono all’incontro: Giovanni Gualtieri, Presidente dell’Ordine, Nicola Dalmonte, Presidente del Consorzio di Bonifica di secondo grado per il CER, Raffaella Zucaro, Direttrice Generale CER, Marco Menetti, Direttore area tecnica CER, che racconterà l’esperienza della gestione della siccità del 2022, Stefano Anconelli, Direttore Ricerca e Sviluppo CER, Rossano Montuschi, Dirigente Distretto Montano del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, che illustrerà l’interconnessione fra il Canale e il sistema degli invasi collinari.
A beneficiare dell’azione del CER è tutto il territorio e tutti i soggetti che vi fanno parte siano essi di natura civile, industriale, ambientale e agricola: dalla vendita di attrezzature e mezzi tecnici legati alle varie filiere produttive, all’occupazione, che è stimata intorno alle 200 mila giornate lavorative all’anno per raccolta, selezione e confezionamento dei prodotti ortofrutticoli. Anche l’ambiente è interessato dai benefici dell’azione svolta dal CER, che sostituendo negli usi produttivi le acque di falda con acque di superficie, preserva il territorio dal fenomeno della subsidenza, che si verifica quando il prelievo di acque sotterranee supera le possibilità naturali di ricarica e che interessa tanto le zone dell’entroterra quanto quelle sulla linea costiera.
Per il trasporto e la distribuzione dell’acqua nel territorio, il sistema idrico del Canale Emiliano Romagnolo si avvale complessivamente di 7 impianti di sollevamento (l’impianto principale sul Po, 2 per i territori a sinistra del Reno e 4 per i territori in destra Reno, tra cui un impianto ausiliario a S. Agostino utilizzato nel periodo invernale), di circa 165 km di canali e di una diga fluviale mobile alla foce del Reno.