Il festival Ravenna Jazz giunge alla quarantottesima edizione: una longevità che lo pone sul podio dei festival jazz italiani dalla più lunga storia. L’insolita formula con serate non consecutive, tra il 29 luglio e il 19 novembre, è frutto dei tempi complicati per lo spettacolo dal vivo.
Numerose sono le ‘ambientazioni’ dei concerti: la Rocca Brancaleone e il Parco del Museo Classis Ravenna ospiteranno le produzioni estive (Noa, l’Italian Jazz Orchestra con Silvia Donati e Fabrizio Bosso, Mauro Ottolini con i Sousaphonix, Alessandro Scala assieme a Giovanni Falzone), mentre in autunno piccoli club e teatri accoglieranno le proposte di “Ravenna 48° Jazz Club”, focalizzate sull’attualità jazzistica (Tingvall Trio, Camille Bertault, Derek Brown, BartolomeyBittmann, DJ Gruff con Gianluca Petrella).
Sarà incastonato all’interno di Ravenna Jazz il tradizionale concerto dell’iniziativa didattica Pazzi di Jazz: la produzione corale-orchestrale “Pazzi di Jazz” Young Project (con i baby musicisti delle scuole ravennati in compagnia di Enrico Rava, Mauro Ottolini, Alien Dee e Tommaso Vittorini).
Il workshop di “Mister Jazz” sarà quest’anno affidato a Barbara Casini e punterà su due direttrici, intersecandole: il canto e la musica popolare brasiliana (Centro Mousiké, 12 settembre).
Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, con il sostegno del Ministero della Cultura e il patrocinio di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.
“Sarà un festival diffuso, nello spazio e nel tempo – commenta l’assessora alla Cultura del Comune di Ravenna Elsa Signorino – ma non per questo meno intenso e, ne sono certa, meno partecipato. La pandemia e le sue ripercussioni sono state e sono tuttora drammatiche ovunque e per qualsiasi settore, ma una cosa il Covid non è riuscito a farla: non ha spento la creatività e il coraggio dei nostri operatori culturali, che hanno trovato mille modi per continuare a far ammirare le mostre, a fare ascoltare i concerti e a proporre le rappresentazioni teatrali. E anche quest’anno, per la quarantottesima volta, gli organizzatori del Ravenna Jazz ci offriranno un festival di grandissima qualità e fascino”.
“Ravenna Jazz si sarebbe dovuto tenere in giorni consecutivi nella prima metà di maggio – dichiara Sandra Costantini, direttrice artistica del festival – ma anche quest’anno abbiamo dovuto scomporlo e riposizionarlo tra l’estate e l’autunno. Dopo tanto penare, siamo comunque felici, direi pure emozionati, per questa ripresa. L’esperienza della breve apertura dello scorso anno è un precedente rassicurante, che ci ha dimostrato come i concerti si possano tenere nella massima sicurezza e tranquillità. Ritrovarsi tutti assieme, sul palco e davanti al palco, con la nostra amata musica dal vivo, vuol dire tornare a vivere, a respirare dopo un’apnea infinita. La bellezza dell’arte farà magicamente sparire tutti i patimenti che abbiamo sofferto”.
Estate con red carpet
I concerti di punta di Ravenna Jazz 2021 si terranno in estate: un ritorno all’originaria collocazione di calendario del festival.
Ambizioso nelle dimensioni orchestrali come nei contenuti e nelle modalità multimediali è l’omaggio che l’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti dedicherà a Marlene Dietrich (Rocca Brancaleone, 29 luglio). La voce di Silvia Donati e la tromba di Fabrizio Bosso svetteranno sopra l’ampio organico classico-jazzistico di questa produzione originale che riscopre canzoni simbolo delle inquietudini, dei desideri proibiti e anche delle fughe verso lo svago di un’intera epoca, a cavallo tra le due guerre mondiali.
La cantante israeliana Noa sarà protagonista della serata del 5 agosto al Parco del Museo Classis Ravenna. Celebre per le suggestioni mediorientali delle sue canzoni, per una visione ecumenica degli stili che permette alla sua musica di travalicare le barriere culturali e religiose, Noa presenterà con la propria band, tra l’altro, il nuovo progetto “Afterallogy”, che si distingue dai precedenti lavori della cantante per il ricorso particolarmente ampio al repertorio jazzistico.
La Rocca Brancaleone farà da cornice anche allo spettacolo dai connotati del tutto speciali ideato dal trombonista Mauro Ottolini (19 agosto). Accompagnato dai policromi e pittoreschi Sousaphonix, e con la voce recitante di Alessandro Anderloni, Ottolini musicherà dal vivo il film Inferno di Francesco Bertolini (1911), un cult del cinema muto italiano, chiaramente ispirato alla Divina Commedia: un omaggio fuori dal comune per celebrare il 700° anniversario della scomparsa di Dante Alighieri.
Nel ravennate, sua terra d’origine, Alessandro Scala è un sax hero: capace di esprimere gli impulsi più brillanti e coinvolgenti della grande scuola sassofonistica jazz, li applica poi anche al funk, la bossa nova e il boogaloo. Anche a Scala sarà riservato il prestigioso palco della Rocca Brancaleone, sul quale salirà con il suo quintetto Groovology, che comprende come ospite d’onore il trombettista Giovanni Falzone (2 settembre).
Un’esplosione di numeri si avrà poi con la monumentale produzione originale “Pazzi di Jazz” Young Project, dedicata quest’anno a Miles Davis (15 settembre, Rocca Brancaleone, a ingresso gratuito). Sul palco salirà un’immensa compagine orchestrale e corale formata da giovanissimi musicisti affidati alle cure di affermati artisti come il direttore e arrangiatore Tommaso Vittorini, il trombettista Enrico Rava, il trombonista Mauro Ottolini e il beatboxer Alien Dee. In qualità di solisti e direttori affiancheranno l’enorme distesa di giovani allievi da loro stessi preparati nell’ambito del progetto didattico “Pazzi di Jazz”.
Un autunno a… 48°
Di anno in anno aumenta la ‘temperatura’ dei concerti che si tengono nei club e nei piccoli teatri di Ravenna, tra città e circondario: il cast musicale convocato per gli appuntamenti di “Ravenna 48° Jazz Club” è infatti altamente inebriante.
Il Teatro Socjale di Piangipane è la sala dedicata alle voci. Qui si esibirà il quartetto della vocalist francese Camille Bertault, giovane interprete che con il suo spontaneo estro canoro scava abissi tra sé e il resto del sempre nutrito squadrone delle cantanti jazz emergenti (29 ottobre).
Sul filo del rinnovamento linguistico (ma senza radicalismi) si muoveranno gli appuntamenti al Cisim di Lido Adriano. Decisamente anticonformista sarà il solo di Derek Brown, che applica la tecnica del beatbox al sassofono (12 novembre). Brown è l’artefice di un approccio assolutamente innovativo allo strumento d’ottone: utilizzando sia tecniche note (slap tongue, respirazione circolare) che procedimenti del tutto inusuali (inclusa una peculiare forma di vocalizzazione derivata dal beatbox che si innesta tra i fraseggi del sax), dà vita a una musica coinvolgente e fuori da ogni schema. Il 19 novembre, con il Tingvall Trio, si farà luce sulle più attuali tendenze del piano trio jazzistico. Lo svedese Martin Tingvall affonda le dita nelle cullanti melodie scandinave, ma poi le influenze sonore si allargano ben oltre la ‘regola’ del jazz nordico, appropriandosi di colori più intensi, abbracciando architetture provenienti dal pianismo classico e ritmi che passano dallo swing al rock.
Al Bronson di Madonna dell’Albero si addice la musica ad alto voltaggio. Il rapper DJ Gruff e il trombonista Gianluca Petrella instaurano un dialogo tra generi in precedenza ritenuti inconciliabili, facendo avanzare il linguaggio jazzistico verso nuove frontiere (23 ottobre). Il duo austriaco BartolomeyBittmann innesta una sull’altra l’eleganza della musica da camera, l’energia del rock, l’inventiva e la gioia del jazz, la profondità emotiva dei cantautori: con i suoi strumenti classici, violino e violoncello, scompiglia la retorica degli archi (13 novembre).