“I cani lavorano altruisticamente ogni giorno per salvare vite umane, per farci sentire al sicuro e portare conforto. Aiutano le persone con disabilità, lavorano a fianco delle forze dell’ordine, rilevando bombe ed estraendo vittime di tragedie dalle macerie“. Così scrivono i curatori del National Dog Day (in tal caso la pagina americana, dove è nata la celebrazione) per sensibilizzare le persone sull’importante ruolo che i cani ricoprono tutti i giorni e sulla necessità di una loro maggiore tutela.

Considerati principalmente come animali da compagnia, i cani ci aiutano e ci danno conforto in molti ambiti della nostra vita. In primis possono avere un effetto positivo sugli stati depressivi delle persone, hanno la capacità di stimolare gli anziani e renderli attivi, invogliarli nel prendersi cura di qualcuno. Poi c’è l’impatto positivo sui bambini, che sviluppano maggiore empatia vivendo e giocando con un cane e in molti casi possono acquisire anche maggiore sicurezza nei confronti del mondo esterno. Ma oltre che sul nostro benessere psichico (e fisico) i cani ci sono di aiuto anche in alcune professioni.

I cani da assistenza sono cani preparati per aiutare le persone a superare i limiti causati da una disabilitàe dalle barriere del loro ambiente. Ad esempio ci sono cani addestrati ad assistere persone con disabilità uditive: avvisano il padrone di vari suoni (suonerie, telefono, voci, allarmi, sveglie, ecc.) e lo portano nel luogo da cui proviene il suono. Ci sono quelli che aiutano persone con autismo: riducono i comportamenti distruttivi, stabilendo un canale affettivo molto forte con i loro padroni, migliorandone anche la comunicazione. Dall’altra parte ci sono le unità cinofile, chiamate a intervenire a fianco delle forze armate o di soccorritori. Possono ad esempio ricercare persone disperse su terreni impervi: dall’intervento in valanga alla ricerca in superficie, ogni anno decine di interventi sono risolti grazie all’addestramento e alla preparazione di cani. Ma ci sono anche le unità cinofile antidroga, quelle anticontrabbando e antiterrorismo e quelle per la ricerca di valuta (cash-dog). Si tratta di cani ai quali viene insegnato a cercare sostanze, che possono essere stupefacenti, banconote, tracce di sangue o anche resti umani.

Tornando alla loro maggiore diffusione come animali da compagnia, dal rapporto Eurispes 2022 risulta che la pandemia ha inciso sulla propensione degli italiani all’adozione. Il 37,7% degli italiani dai 18 anni in su dichiara infatti di avere un animale in famiglia: principalmente cani, gatti e pesci, ma anche uccelli e piccoli rettili. I cani, in particolare, sono quasi 9 milioni nel nostro paese. O almeno quelli registrati all’anagrafe. Sono presenti infatti un elevato numero di “animali fantasma” che vagano sul territorio senza che nessuno ne tenga traccia.

Secondo il rapporto  “Animali in città” di Legambiente mancano all’appello dell’anagrafe canina almeno due milioni di cani, di cui 1,5 milioni localizzati in cinque regioni dal Lazio in giù. “Milioni di cani vengono uccisi o abbandonati ogni anno perché non desiderati” – afferma Colleen Paige – “Sono indesiderati perché nessuno ha capito come prendersi cura adeguatamente delle loro esigenze. Sono indesiderati perché sono stati acquistati come regalo di Natale per qualcuno che non ha mantenuto la promessa di prendersene cura. Indesiderati perché perdono troppo pelo o perché abbaiano troppo. Indesiderati perché qualcuno ha cambiato idea.” Il tema del non essere più desiderati, e di conseguenza dell’abbandono, è un problema molto presente nella nostra penisola. Nel 2022, dai dati forniti dalle Amministrazioni comunali, emerge che sono stati abbandonati 71.000 animali: un aumento di quasi il 43% rispetto al 2020, anno in cui la pandemia e le condizioni nate con lo smart working avevano fatto propendere le persone ad accogliere un animale in famiglia. Per questo bisogna ricordare che prendersi cura di un animale non è un obbligo, ma una scelta che dev’essere ponderata responsabilmente e consapevolmente e che non può essere dettata da una estemporanea, e a volte momentanea, spinta emozionale.L’abbandono di un cane non solo è un reato punito con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro, ma è anche un crimine etico, che non può essere giustificato.

 

fonte Valeria Pagani Meteorologo di 3BMeteo