Si è svolto sabato 9 aprile, il convegno: Il futuro della cava di Monte Tondo: sviluppo territoriale e sostenibilità ambientale, promosso da Legambiente di Faenza e regionale, in collaborazione con ANAB, Associazione Nazionale Architettura Bioecologica.
L’iniziativa si è aperta con la presentazione dei quadri di Caterina Spada che ha trovato ispirazione durante le uscite di conoscenza attorno alla cava di Monte Tondo, organizzate nel 2020 dal circolo Legambiente di Faenza.Lo scopo dell’iniziativa era quello di fornire approfondimenti tecnici e scientifici per la necessità, che abbiamo sostenuto, di una “articolata riconversione del sito della cava di Monte Tondo”, ed affrontare insieme la tutela del patrimonio naturale – in particolare in un ambiente unico come la vena del gesso romagnolo – e occasioni di lavoro qualificato, per i lavoratori oggi occupati e per la comunità locale.
Come è noto, Legambiente aveva avanzato alcune ipotesi da approfondire con tutti i possibili interlocutori: Il possibile massimo utilizzo del cartongesso dismesso nello stabilimento di Borgo Rivola, La progettazione a Borgo Rivola, da parte della Saint-obain, di una attività industriale di prodotti alternativi con l’impiego di argille e fibre naturali, come canapa ecc. che potrebbero essere coltivati in zona, in aggiunta, anche rispetto alla candidatura Unesco per la Vena del Gesso, assieme all’Ente Parco, vanno realizzate altre iniziative economiche, culturali, turisti che di tutela e ripristino del paesaggio.I qualificati interventi dei relatori hanno fornito approfondimenti molto utili e interessanti, in particolare: Boris Pesci, Procuratore e Stefano Gabusi, Direttore, del Consorzio Astra, hanno approfondito il progetto “Cantiere Pulito“, che sviluppa in diverse provincie della regione la raccolta differenziata dei materiali nei cantieri edili, incluso quella del cartongesso, materiali che quindi potrebbero essere riutilizzati nel processo produttivo della Saint Gobain, avviando quindi la filiera del riciclo e riducendo la necessità di materiale vergine; Olver Zaccanti, Responsabile nazionale sistemi con la canapa di ANAB – oltre che una panoramica sull’uso di tutti i materiali naturali in edilizia per ridurre consumi energetici ed emissioni, ha approfondito il possibile uso della canapa come grande risorsa per ambiente, agricoltura e architettura, quindi anche per produrre, assieme ad argille, pannelli coibentanti e biomattoni, che possono essere aggiuntivi se non sostitutivi dell’uso del gesso. Produzioni che la Saint-Gobain starebbe già realizzando negli stabilimenti francesi.
Paolo Rava, Presidente ANAB, partendo dalle ragioni dell’Architettura Sostenibile, ha ipotizzato la possibilità di un meta distretto dell’edilizia sostenibile, ossia un distretto locale di materiali edili innovativi che anche le Amministrazioni pubbliche potrebbero sostenere e promuovere, anche attraverso norme e indicazioni nei capitolati di appalto.
Il Dott. Christian Marasmi e il Dott. Marcello Nol è – del Settore Difesa del Territorio Regione Emilia Romagna – hanno approfondito i contenuti dello studio commissionato dalla Regione sul possibile proseguimento delle estrazioni nella Cava di Monte Tondo, confermando come lo scenario più auspicabile sia quello B, ossia l’estrazione per un periodo, comunque significativo, di 10/15 anni solo dentro l’area già precedentemente individuata. Hanno comunicato che sarà la Provincia di Ravenna ad aprire tra breve la consultazione sulle proposte definitive per le future autorizzazioni.
Nell’intervento conclusivo, Paola Fagioli – Direttore Legambiente Emilia Romagna – ha sintetizzato le proposte emerse, apprezzando i contributi premessa per formulare le osservazioni che Legambiente presenterà durante la consultazione in sede provinciale, approfondendo l’attuabilità dello scenario B dello studio. Non tutti hanno condiviso finora, anche da posizioni opposte, questa opzione, Legambiente ha ritenuto invece che su questa base si possono fare i necessari approfondimenti e sollecita l’apertura di occasioni di confronto con tutti gli interlocutori in campo: le Istituzioni locali e regionali, le rappresentanze sindacali e dei lavoratori, le associazioni sociali e ambientali e le comunità locali.