Ha un nome e un cognome l’assalitore che il 19 maggio scorso ha aperto il fuoco contro una ragazza alla cava lungo l’Adriatica fra Savio e Fosso Ghiaia. Si tratta di un 32enne bulgaro, domiciliato nel riminese, che, dopo una fuga all’estero, su consiglio del proprio avvocato, si è costituito. L’uomo deve rispondere di tentato omicidio, aggravato dalla premeditazione e porto illecito di pistola. La notizia è stata riportata da Il Resto del Carlino.
Il mandato d’arresto per il fuggitivo era ormai pronto. Le indagini condotte dai carabinieri erano riuscite a identificare l’assalitore, ma gli inquirenti sono stati anticipati dalla decisione del 32enne.
L’uomo, alle 19 del 19 maggio, ha raggiunto la ragazza di 29 anni, anche lei bulgara, alla piazzola dove si stava prostituendo, alla Cava Manzona, e ha esploso diversi colpi di pistola, ferendo la giovane alle braccia e al corpo. La 29enne ha provato a scappare, ma l’aggressione è terminata solo quando il 32enne si è accorto di non aver più colpi a disposizione ed è quindi risalito in auto, dove ad attenderlo c’era un’altra donna.
La vittima dell’aggressione ha raccontato agli inquirenti di aver preso la decisione, insieme ad altre conoscenti, tutte domiciliate a Cesenatico, di non seguire più i dettami del 32enne. Potrebbe essere questa la motivazione alla base dell’aggressione, ma gli inquirenti stanno ancora indagando per far luce sul reale movente del tentato omicidio. Sarà l’arrestato ora a dover spiegare il proprio gesto.